Comunicato stampa dei gruppi PD, IPP e RC Giubilei – A Perugia sembra che non ci sia limite al peggio, nè alle provocazioni.
Non bastava, in occasione della data più importante e significativa del ‘900 italiano – il 25 aprile, giorno della liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista – che l’Isuc organizzasse un’iniziativa a metà strada tra la provocazione politica e la strumentalizzazione della storia, scegliendo di celebrare la cosiddetta “Pacificazione di Perugia”. Già in quell’occasione la mossa di riscrivere la nostra storia si era manifestata attraverso quella sorta di contromanifestazione, che ricordava e celebrava il tentativo di riconciliazione tra giovani comunisti ed ex fascisti, che nel ‘47 si recarono insieme al Cimitero di Monteluce per deporre una corona d’alloro ai caduti.
Non è bastato quel goffo e sterile tentativo da parte del neo presidente dell’Isuc Biscotti, che cercando di dimostrare che tutti furono insieme carnefici e vittime – un’impossibile rivalutazione dei fascisti – si è attirato aspre critiche e imbarazzati silenzi da più parti, tutte consapevoli che il 25 aprile non si celebrano i caduti della guerra ma la sconfitta definitiva del fascismo.
Non era sufficiente tutto questo: il centro destra del capoluogo umbro continua nei suoi gesti provocatori e sbagliati. Proprio ieri infatti in commissione toponomastica è arrivata sul tavolo una proposta dallo stesso sapore di mistificazione e revisionismo: l’intitolazione di un tratto viario alla “Pacificazione del 1947”.
A questa ennesima provocazione, inaccettabile e insostenibile, della Giunta Romizi, ci siamo espressi in modo fermamente contrario, insieme alle rappresentanti dell’Università e del M5S.
Non possiamo cedere, nè credere, a questo sentimento di pacificazione fasullo e strumentale: al contrario serve ricordare che i partigiani e i repubblichini furono persone tra loro distanti, con ideologie diametralmente opposte, che combatterono per due visioni del mondo totalmente diverse. Unico modo per garantire oggi la libertà conquistata ieri, che non può essere messa in discussione domani. Quando si invita alla memoria, a non dimenticare, si intende anche questo.