La III Commissione consiliare Urbanistica ha approvato, nel corso della seduta odierna presieduta dalla consigliera Casaioli, la regolarizzazione patrimoniale del complesso immobiliare che ospita il Centro Macellazione Carni di Perugia, situato a Ponte San Giovanni. Come hanno ricordato l’assessore Bertinelli e il dirigente De Paolis, il Centro fu costruito nel 1984 dal Consorzio Mattatoio Comprensoriale Perugia, partecipato dal Comune di Perugia al 91% e dai Comuni di Corciano, Deruta e Torgiano al 3% ciascuno, che ha cessato la propria attività nel 1993. In base allo Statuto del Consorzio, alla cessazione di quest’ultimo, il Centro macellazione carni avrebbe dovuto essere consegnato ai quattro comuni in ragione delle quote di ciascuno, ma ciò non è mai avvenuto. Dal punto di vista gestionale, per i primi dieci anni, l’impianto è stato gestito in economia dal Comune di Perugia avvalendosi di una cooperativa per alcuni servizi ausiliari. Le tariffe dei diritti di macellazione venivano riscosse dal Comune di Perugia e i rapporti con gli altri Comuni erano regolati da una Convenzione per la durata di 35 anni, che disciplinava diritti e oneri di gestione. Dal 2000, a seguito di procedura ad evidenza pubblica è stato individuata quale soggetto gestore la Cooperativa Macellatori Perugia per la durata di 5 anni. Il rapporto è stato, quindi, rinnovato nel 2006 e poi nel 2011, con la rinegoziazione del contratto e il prolungamento fino ad un massimo di venti anni, a fronte di investimenti e migliorie sul complesso immobiliare, a carico del concessionario. La scadenza della concessione, attualmente, è al 2031.
Considerato che il complesso edilizio destinato alla macellazione è ubicato in una posizione nevralgica nella filiera della carne ed il Comune di Perugia vi ha sempre riversato una notevole attenzione, destinando, anno dopo anno, ingenti risorse del proprio bilancio per una regolare manutenzione straordinaria e per un suo corretto sviluppo, dotandolo delle migliori tecnologie disponibili e che, negli ultimi anni, il complesso edilizio è stato oggetto di rilevanti interventi di manutenzione straordinaria e di adeguamento normativo e interventi ancor più onerosi saranno necessari nel futuro prossimo a causa del suo naturale invecchiamento, si rende quindi indispensabile, ma anche improcrastinabile, procedere a regolarizzare l’immobile dal punto di vista patrimoniale dal momento che non può rimanere intestato ad un soggetto giuridico (il Consorzio Mattatoio Comprensoriale Perugia) venuto meno ormai da quasi trenta anni, al fine di consentire l’acquisizione del 91% delle quote da parte del Comune di Perugia e la comproprietà dei Comuni di Corciano, Deruta e Torgiano ciascuno per il 3%, confermando la gestione del Centro Macellazioni Carni di Perugia in concessione fino al 2031 alla Cooperativa Macellatori Perugia.
Soddisfazione per la proposta è stata espressa dai consiglieri di maggioranza Puletti e Cesaro e dalla presidente Casaioli, che hanno sottolineato la necessità e l’urgenza di approvarla, non solo per regolarizzare la situazione, ma soprattutto per poter cogliere opportunità future di ammodernamento e di utilizzo del Centro, a partire dal Recovery Plan.
La proposta è stata approvata con 9 voti a favore e 4 astensioni.
Quindi, la commissione ha discusso alcune varianti al PRG, la prima relativa al piano di delocalizzazione in località San Proto- Montebello/ Case Nuove di Ponte della Pietra, quindi quella relativa alla ridefinizione di alcune aree boscate e, infine, quella per l’integrazione dell’art. 171 TUNA. Le prime due sono state approvate rispettivamente con 10 e 9 voti a favore e 4 astensioni, la terza è stata rinviata per l’audizione con l’assessore Numerini.
Rispetto al Piano di delocalizzazione in località San Proto-Montebello/Case Nuove di Ponte della Pietra gli uffici hanno reso noto che in seguito alla pubblicazione della variante relativa non sono pervenute osservazioni. La stessa era stata, infatti, adottata dal Consiglio comunale lo scorso 16 novembre, dopo che nel 2019 il proprietario del terreno edificabile di San Proto-Montebello aveva richiesto la delocalizzazione in un lotto di altra proprietà a Case Nuove di Ponte della Pietra, a causa della pericolosità del primo sito (zona a rischio frana).
La seconda variante, relativa alla ridefinizione di alcune aree boscate, era stata già avviata nel 2017 con l’adozione formale da parte del Consiglio, ma l’iter era stato arrestato da novità normative intervenute nel frattempo. A luglio 2020 aveva, quindi, preso il via la nuova pratica aggiornata, adottata dal Consiglio comunale e pubblicata come previsto. In questo frattempo, sono pervenute –hanno spiegato gli uffici- due osservazioni, respinte perché non pertinenti. Anche la Regione dell’Umbria ha, quindi, espresso il parere favorevole complessivo, con prescrizioni già ottemperate da parte dell’amministrazione comunale. Resta, ora, l’approvazione definitiva in consiglio comunale.
L’ultima variante, illustrata dall’assessore Scoccia e dal geom. Cicioni, si riferisce, invece, all’integrazione dell’art. 171 Tuna “Aree per l’istruzione e per attrezzature di interesse comune”, che disciplina le aree destinate alle attività ed ai servizi di quartiere, comprese quelle destinate all’istruzione, indicate con la sigla “Spu” in cui gli interventi edilizi sono realizzati dal Comune o dai soggetti istituzionalmente competenti ovvero dai soggetti proprietari. Fra le destinazioni ammesse nelle aree “Spu” non è prevista la possibilità di realizzare esercizi di ristorazione (bar, piccoli ristoranti), prevista invece per le aree per spazi pubblici attrezzati a parco, per il gioco e lo sport “Ppu” di cui all’art.172 del TUNA.
Nella gestione delle suddette aree e immobili “Spu” è emersa tuttavia la necessità di consentire la realizzazione di esercizi di ristorazione (bar, piccoli ristoranti) a supporto e complemento delle attività pubbliche o di interesse pubblico previste (centri socio culturali, teatri, biblioteche ed altro) o delle aree verdi, quali attività necessarie a supportare la gestione di spazi o immobili pubblici che altrimenti avrebbero bisogno di stanziamenti di tipo pubblico. Detta necessità è emersa con forza anche nella gestione dei progetti di valorizzazione delle aree verdi nell’ambito del richiamato progetto «FUTURO nel VERDE» e per la gestione dei CVA.
La variante in oggetto permette dunque la possibilità di affidare attraverso gare ad evidenza pubblica aree ristori alle associazioni all’interno delle aree a servizio pubblico, secondo determinati criteri e limitazioni, dando in gestione di quelli esistenti, senza nuove costruzioni e, quindi, incremento volumetrico.
Per la vice presidente Borghesi la proposta è del tutto inopportuna in quanto, data la situazione attuale a seguito della pandemia, andrebbe a creare un’occasione di concorrenza tra gli esercenti di attività di somministrazione e ristorazione, già messi in crisi dal Covid, e le associazioni del territorio, “solo perché il Comune –ha spiegato Borghesi- possa non occuparsi più della manutenzione degli spazi suddetti, lasciando l’onere e la responsabilità alle associazioni stesse. Le associazioni, però, -ha concluso- hanno un altro ruolo, di promozione sociale, di tutela del patrimonio pubblico, per questo chiedo di non mettere in votazione la pratica, che ritengo non sia così semplice come si presenta e sulla quale è necessaria un’ulteriore e più approfondita riflessione.” La discussione è stata, quindi, rinviata per permettere l’intervento al riguardo dell’assessore all’ambiente e aree verdi Otello Numerini.