La IV commissione Cultura, presieduta da Michele Cesaro, ha approvato con 11 voti a favore e due astenuti l’odg presentato dalla consigliera Lucia Maddoli del gruppo consiliare Idee Persone Perugia con il seguente oggetto: “Sensibilizzazione e promozione presso la cittadinanza dell’istituto dell’affido familiare”.
Le prime audizioni si sono svolte nella seduta del 29 novembre.
Di seguito il contenuto dell’atto.
Il diritto del minore a vivere e crescere in una famiglia è garantito dall’articolo 30 della nostra Costituzione e dall’articolo 9 della Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia.
Il nostro ordinamento ha previsto l’istituto dell’affido familiare, tra le misure di aiuto e sostegno alle famiglie, come intervento temporaneo laddove la famiglia d’origine non sia momentaneamente in grado di prendersi cura del minore, cioè di garantirgli il diritto ad essere cresciuto ed educato in modo che gli venga assicurato uno sviluppo psico-fisico sano ed equilibrato (legge n.184/83 e 149/2001);
L’affido familiare si articola in due fattispecie, la prima di natura consensuale, disposta dal servizio sociale, con il consenso dei genitori del minore, reso esecutivo da un provvedimento del Giudice Tutelare, e la seconda di natura giudiziale, ovvero disposto con provvedimento del Tribunale per i Minorenni, laddove manchi l’assenso dei genitori o del tutore.
Possono accogliere minori in affido familiare sia coppie, coniugate e non, che singole persone, di qualsiasi età, con o senza figli, previa adeguata preparazione da parte del Servizio Sociale.
In sintesi l’affido familiare consiste nell’accogliere nella propria casa/famiglia un minore, prendersene cura per un periodo di tempo determinato, rispettando la sua storia personale e familiare e provvedendo anche a quel complesso doveri di mantenimento, istruzione, educazione in cui si sostanzia l’aspetto interno della responsabilità genitoriale, senza interrompere il legame con la famiglia d’origine.
A livello nazionale, ma anche nel nostro territorio, sono sempre più numerose le famiglie che vivono situazioni di disagio sociale e di difficoltà e, di conseguenza, è aumentata la necessità di ricorrere all’istituto dell’affido familiare per tutelare il diritto dei minori a crescere con figure adulte di riferimento che gli garantiscano una sana ed equilibrata crescita psico-fisica in un ambiente protetto.
Le nuove peculiarità delle situazioni di difficoltà delle famiglie e dei minori impongono sempre di più una sensibilizzazione della popolazione ed una ricerca e scelta da parte dei Servizi, di coppie o singoli particolarmente adeguati a prendersi cura di ogni singolo minore;
A fronte di tali esigenze, in costante aumento, si possono constatare nel nostro territorio banche dati di coppie e singoli disponibili all’affido familiare sempre più scarne e una scarsa conoscenza e consapevolezza da parte della cittadinanza sul tema dell’affido familiare.
E’ dovere delle istituzioni a tutti i livelli occuparsi della crescita e del benessere dei minori in quanto soggetti di diritto, particolarmente vulnerabili in ragione della loro minore età.
Il Tribunale per i Minorenni dell’Umbria si trova quotidianamente a fronteggiare la necessità di allontanare temporaneamente minori dalla propria famiglia d’origine e spesso il Servizio Affidi non riesce a fornire nominativi di coppie o singoli disponibili e adeguatamente formati.
Il Comune di Perugia gestisce un servizio affidi che opera nel territorio dei Comuni di Perugia, Torgiano e Corciano, della Zona Sociale n. 2, attraverso un’equipe formata da assistenti sociali del Comune di Perugia e psicologi della Asl, che hanno in carico le situazioni di affido e seguono i progetti di affido (i minori, famiglie affidatarie e le famiglie d’origine). Il servizio è inoltre rivolto alle persone che intendono dare la loro disponibilità a progetti di affido familiare, ai Servizi Sociali territoriali e al Tribunale per i Minorenni.
Ciò premesso, l’odg intende impegnare sindaco e giunta a:
– farsi promotore di iniziative annuali di sensibilizzazione verso la cittadinanza sul tema dell’affido familiare, in collaborazione con le istituzioni, i professionisti, le organizzazioni del terzo settore che si occupano di questo ambito, in modo da creare nel territorio una vera e propria cultura dell’affido;
– farsi promotore di percorsi di formazione che preparino le persone interessate all’esperienza dell’affido familiare, sia dal punto di vista emotivo che pratico e normativo, e che permettano al Servizio Sociale di acquisire una conoscenza degli aspiranti affidatari idonea a poterli abbinare proficuamente alle specifiche situazioni, tenendo conto delle caratteristiche del minore e della sua storia.
– promuovere reti o equipe multiprofessionali di supporto ai progetti di affido familiare che seguano le famiglie affidatarie per la durata dell’affido e che costituiscano un’opportunità di confronto e punto di riferimento e di sostegno a loro disposizione.
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Maddoli ha illustrato il contenuto dell’atto. La parola è quindi stata data agli ospiti.
L’assessore alle politiche sociali Edi Cicchi ha invitato ad allargare lo sguardo sul tema più generale della tutela dei minori. E’ necessario pensare a tutta la rete di servizi e potenziare quelli che possono consentire di non arrivare all’affido. Oltre a responsabilizzare la comunità rispetto a tale istituto, va assicurato un sistema integrato di accompagnamento delle famiglie che vivono una situazione di momentanea difficoltà. Nelle separazioni conflittuali o in altre situazioni ove il minore va temporaneamente allontanato, si deve lavorare anche con la famiglia di origine.
Anche secondo Susanna Schippa del Servizio Programmazione della rete dei servizi sociali, integrazione socio-sanitaria, economia sociale e terzo settore della Regione Umbria, è opportuno parlare di tutela di minori a tutto tondo considerando il complesso degli interventi possibili. Citato in positivo il modello P.i.p.p.i. (Programma di Intervento Per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione), che rientra nei livelli essenziali delle prestazioni. Se non si può pensare all’affido come un intervento a sé stante, la Regione su questo fronte sta comunque avviando un importante percorso che sarà lanciato il 20 gennaio con una iniziativa alla sala dei Notari. Dal 27 gennaio al 12 maggio, il percorso formativo coinvolgerà operatori attivi nei Servizi di affido delle zone sociali (assistenti sociali, educatori, psicologi). L’obiettivo finale è uniformare i modelli organizzativi e di intervento applicabili sul territorio regionale. Quanto alle risorse a disposizione, una parte notevole dei fondi europei della programmazione che si estende fino al 2027 è dedicata proprio alla tutela dei minori: un’opportunità da cogliere.
Per Francesca Ciammarughi (Servizio Neuropsichiatria e Psicologia clinica Età evolutiva della Usl Umbria 1 – Distretto del Perugino), è giusto inserire l’affido nell’ambito di una visione più ampia della tutela dell’infanzia. La psicologa ha spiegato che con una collega (rispettivamente, per otto e dieci ore mensili) collabora con il Servizio Affidi del Comune di Perugia svolgendo valutazioni delle disponibilità e incontri di supporto con le famiglie affidatarie. Di recente sono stati avviati incontri di gruppo tra famiglie affidatarie e quelle che hanno dato disponibilità per la condivisione di esperienze. Anche secondo Ciammarughi è urgente rivedere l’organizzazione dei servizi migliorando il collegamento tra tutti i soggetti preposti e integrando le competenze. Importante anche sensibilizzare la cittadinanza all’attenzione verso l’altro.
La professoressa Silvia Fornari, coordinatrice dell’Osservatorio regionale sull’affido familiare, ha ricordato che la Regione ha identificato una figura fondamentale, rappresentata dal Garante dell’infanzia. Già alla base del progetto dell’Osservatorio c’era la volontà di mettere in rete tutti i soggetti competenti e nell’ambito di tale rete, a suo avviso, il ruolo del Comune, l’ente più vicino al territorio, può essere centrale.
La consigliera M5s Francesca Tizi è intervenuta per confermare la sua piena condivisione dell’odg. La famiglia – ha detto – è luogo di protezione, ma quando cessa di esserlo è necessario intervenire con strumenti di tutela come l’affido; il Comune anche su questo fronte può avere un ruolo centrale.
Gino Puletti (Progetto Perugia) ha affermato che le audizioni sono servite a capire l’importanza del tema e la sua complessità. I principali problemi emersi sono carenza di banche dati e difficoltà nel coinvolgere le famiglie nell’accoglienza. Secondo Puletti, l’odg sostiene un ambito su cui il Comune già sta progettando e lavorando, pertanto è condivisibile, fermo restando che l’istituto dell’affido tornerà ad avere importanza solo creando un assetto organizzativo solido in collaborazione con tutte le istituzioni interessate.
Anche il presidente Cesaro ha espresso la sua posizione personale. A suo avviso, la nostra società evidenzia una difficoltà a prendersi cura delle situazioni di disagio. Ha quindi espresso apprezzamento per l’attività messa in campo da anni dal Comune di Perugia per il sostegno all’infanzia e preannunciato sostegno all’odg, uno stimolo a fronteggiare difficoltà oggettive.
Dibattito integrale disponibile online: Città di Perugia : Seduta IV Commissione Consiliare Permanente- Sala del Consiglio Comunale (civicam.it)