Comunicato stampa della consigliera Morbello – Uno studio di qualche anno fa curato da un importante istituto bancario italiano ha evidenziato che nel nostro Paese le aziende al femminile sono circa il 25% delle imprese e che il fenomeno è in espansione. Negli ultimi anni le imprese in rosa sono cresciute a un ritmo molto più intenso rispetto a quelle maschili. Anche l’Istituto europeo per la parità di genere con il report “Gender equality index 2020” ha certificato che, negli ultimi 10 anni, l’Italia ha compiuto passi da gigante verso la parità di genere.
Ma a mio parere non basta. Non basta specialmente per quanto riguarda l’apertura di credito alle imprese in rosa da parte del sistema bancario. Eppure, dal predetto studio è emerso un quadro rassicurante nella gestione del credito da parte delle aziende al femminile.
Ben venga pertanto uno strumento come il microcredito a livello comunale.
Ulteriormente, mi preme mettere in evidenza che vi è ancora un forte squilibrio nella gestione del tempo. Come ha evidenziato sempre l’Istituto europeo per la parità di genere la donna italiana dedica molto più tempo dell’uomo nel lavoro domestico.
Questo forte squilibrio rappresenta un freno all’imprenditoria femminile e una delle cause dell’inverno demografico che ha colpito il nostro Paese.
Spesso le donne sono costrette a scegliere tra la famiglia e il lavoro. Opzione molto più gravosa quando si tratta di scegliere tra famiglia e impresa.
Il riequilibrio della gestione del tempo e, sopra ogni cosa, il superamento dell’inverno demografico, a mio parere, richiedono un netto cambio di paradigma sociale.
Vanno superati 40 anni di neo-individualismo competitivo e narcisista per approdare ad una società basata sulla comunità, sulla condivisione e sull’uguaglianza, a partire da quella di genere. Le donne sono dialoganti, rispettose e responsabili e sapranno prendersi cura della casa comune nell’interesse della collettività.La dimensione sociale, connaturata alla sensibilità femminile, sarà la forza che ci consentirà di superare nel migliore dei modi l’emergenza pandemica e la crisi economica.