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Commissione urbanistica, respinti gli odg sul riciclo mascherine e smaltimento rifiuti covid

I due atti sono stati presentati dal M5S e dal centro-sinistra

di Redazione PerugiaComunica
10 Giugno 2021
in Consiglio Comunica, Resoconto
Tempo di lettura:6 min.
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Commissione urbanistica, respinti gli odg sul riciclo mascherine e smaltimento rifiuti covid
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La III commissione urbanistica, presieduta da Cristiana Casaioli, ha trattato nel corso della seduta del 10 giugno due ordini del giorno.

 

E’ stato respinto con il voto contrario della maggioranza e quello a favore dell’opposizione  l’ordine del giorno presentato dal M5S sulla creazione di un circuito virtuoso riguardante il riciclo delle mascherine chirurgiche.

Illustrando l’atto Francesca Tizi ha riferito che una recente stima del Politecnico di Torino rileva che serviranno circa un miliardo di mascherine e mezzo miliardo di guanti ogni mese. Se ogni mese solo l’1% delle mascherine venisse smaltito in modo errato, questo si tradurrebbe in 10 milioni di mascherine disperse nell’ambiente con conseguente dispersione di oltre 40 mila chilogrammi di plastica fuori dai tradizionali circuiti di smaltimento.

In ragione di ciò, numerose associazioni ambientaliste hanno già lanciato un appello ai cittadini affinché si ponga particolare attenzione al corretto smaltimento dei dispositivi di protezione individuale.

Molteplici sono e sono stati gli appelli e le iniziative per sensibilizzare i cittadini al rispetto dell’ambiente;

Per quanto di sua competenza lo stesso Consiglio Comunale negli ultimi mesi ha approvato ordini del giorno miranti all’adozione di misure di contrasto ai cambiamenti climatici.

L’istituto superiore della sanità all’interno del rapporto ISS COVID-19 n. 26/2020 ha fornito le seguenti indicazioni per i contenitori riguardanti il conferimento di mascherine e guanti: “si raccomanda in ogni caso di utilizzare contenitori dedicati alla raccolta delle mascherine e dei guanti monouso” da gestire secondo indicazioni ben precise relative alla posizione/identificazione dei singoli contenitori, al posizionamento dei punti di conferimento i quali “dovrebbero preferenzialmente essere situati in prossimità delle uscite dal luogo di lavoro, per prevenire percorrenze di spazi comuni (es. corridoi, scale, ascensori) senza mascherina/guanti e senza possibilità del distanziamento fisico definito dal DPCM 26 aprile 2020”. Nel rapporto si raccomanda, inoltre, di seguire specifiche modalità di prelievo del sacco di plastica contenente le mascherine, nonché di conferimento “al Gestore indicativamente con Codice CER 200301 se assimilati a rifiuti urbani indifferenziati, e come tali conferiti allo smaltimento diretto secondo le regole vigenti sul territorio di appartenenza.”

In considerazione di ciò il M5S chiede di impegnare l’Amministrazione:

– Alla creazione di un circuito virtuoso che indirizzi i cittadini, attraverso l’avvio di una campagna di sensibilizzazione, ad un corretto smaltimento di dispositivi di protezione individuale;

– All’introduzione di raccoglitori dedicati a questo particolare rifiuto in luoghi pubblici come parchi, piazze ecc., non solo per evitare l’abbandono a terra di mascherine e guanti, ma anche per permetterne, come suggerito dai rapporti dell’istituto superiore della sanità, il corretto smaltimento;

– All’introduzione di raccoglitori speciali all’interno di uffici comunali e scuole.

Il dott. Fabrizio Valocchia di Gesenu ha riferito che i rifiuti di cui all’oggetto sono considerati ex lege indifferenziati e come tali vengono conferiti nel contenitore del secco residuo. Per questo Gesenu si è attivata con materiali informativi per dare maggiore diffusione possibile a queste informazioni.

Entrando nel dettaglio dell’odg, Gesenu condivide il punto 1 del dispositivo ossia di dar corso ad un potenziamento della campagna di sensibilizzazione nel piano di comunicazione 2021.

Circa l’introduzione, invece, di raccoglitori dedicati, Gesenu ha espresso qualche remora perché va considerato che le normative impongono di conferire tali rifiuti nel secco residuo. Pertanto posizionare ulteriori raccoglitori rischia di aumentare il rifiuto residuo e soprattutto i conferimenti non corretti.

L’assessore Otello Numerini ha manifestato il proprio favore circa la richiesta di potenziamento della campagna informativa, come già preannunciato da Gesenu.

L’assessore ha invece valutato le altre richieste contenute nel dispositivo dell’atto come ridondanti, in quanto in città sono già presenti circa 1400 contenitori per l’indifferenziato, di cui 250 posizionati recentemente in centro storico e nella città compatta.

Aumentare, dunque, tali contenitori può portare a favorire comportamenti non corretti penalizzando la raccolta differenziata.

Gino Puletti (Progetto Perugia) ha sostenuto l’opportunità di incoraggiare, rispetto a quanto proposto nell’odg, azioni diametralmente opposte. Ed infatti – ha spiegato – incrementando i punti di raccolta ed incentivando i cittadini a conferire all’esterno, si rischia di far traboccare tali manufatti. Al contrario i cittadini devono essere incentivati a conferire i rifiuti “speciali” in esame nei contenitori domestici già a loro disposizione, perché ciò garantisce sicurezza, qualità della raccolta e correttezza del conferimento.

Per Nicola Paciotti (PD) è opportuno potenziare quanto richiesto nel punto 1 del dispositivo ossia le campagne di informazione e sensibilizzazione perché si tratta di azioni determinanti. Ed infatti, nonostante un anno di pandemia, si riscontrano ancora in città troppi comportamenti non corretti che penalizzano il decoro della città e la sicurezza dei cittadini.

Circa l’apposizione di nuovi contenitori, Paciotti ha sostenuto che non è tanto necessario l’aumento del numero dei contenitori, perché può favorire comportamenti scorretti, quanto l’aumento della superficie di conferimento.

Secondo Cristiana Casaioli (Progetto Perugia) il gestore ha adottato, secondo le disposizioni di legge, tutte le accortezze ed iniziative adeguate per rispondere ad una raccolta corretta dei rifiuti in oggetto. La consigliera non ritiene, quindi, necessario incrementare il numero dei contenitori dedicati perché ciò, peraltro, potrebbe determinare un aumento dei costi e quindi dell’impatto della tari sui cittadini.

In replica Tizi ha tenuto a precisare come le proposte contenute nei punti 2 e 3 del dispositivo fanno riferimento solo alla raccolta extradomiciliare e non a quella casalinga.

 

Successivamente è stato respinto con il voto contrario della maggioranza ed il voto a favore dell’opposizione l’odg presentato dai consiglieri Bistocchi, Croce, Giubilei, Borghesi, Maddoli, Paciotti, Ranfa, Zuccherini su “ Smaltimento dei rifiuti per gli utenti risultati positivi al Covid-19.

Illustrando l’atto Sarah Bistocchi ha ricordato ai presenti i passaggi dell’iter che viene seguito dalle Istituzioni competenti in caso di accertamento della positività di un cittadino al covid 19.

Come noto, l’Asl, conosciuto l’esito del tampone, invia la comunicazione di isolamento contumaciale all’interessato, al suo medico di medicina generale, e al Comune di Perugia. Alle persone risultate positive al Covid-19 la Asl invia altresì il vademecum sulle “Modalità di conferimento e confezionamento dei rifiuti da parte dell’utente positivo al Coronavirus”, testo predisposto da AURI e da Gesenu. Nel suddetto vademecum si legge: “Il gestore operativo del servizio rifiuti provvede alla consegna di un kit di sacchi e nastro adesivo dedicato per la raccolta indifferenziata direttamente presso il domicilio della persona risultata positiva”;

Da qui – segnala il relatore – inizia una lunga e spiacevole trafila per gli utenti, affetti da coronavirus e per giunta in compagnia dei propri rifiuti dentro casa fino, in alcuni casi, a otto settimane perfino. Infatti, da una parte, non è consentito agli utenti positivi scendere e gettare la spazzatura, ma dall’altra, nonostante le numerose richieste e sollecitazioni degli interessati, Gesenu non passa a ritirarla in tempi ragionevoli. La maggior parte dei cittadini risultati positivi al Covid-19 è costretta ad aspettare il ritiro dei sacchi della spazzatura per settimane, a volte per mesi, ammucchiando sacchi e sacchetti di rifiuti in terrazza e sul balcone, oppure, nei casi meno fortunati, dentro casa.

Gli interessati pertanto segnalano un forte malfunzionamento, fatto di mancate risposte, fortissimi ritardi e calendari non rispettati.

Al netto dell’impegno e dello sforzo dei dipendenti impiegati in tale procedura, è evidente il disagio che il Gestore, con i suoi ritardi, cagiona agli utenti risultati positivi al Covid-19, costretti ad assemblare e accumulare dentro le proprie abitazioni i propri rifiuti speciali, dovendo convivere così con virus e spazzatura, in spazi abitativi non sempre sufficientemente estesi ed adeguati;

Per queste ragioni i consiglieri propongono di impegnare l’Amministrazione a verificare e rivedere i tempi e l’iter di smaltimento dei rifiuti prodotti dagli utenti positivi al Covid-19 nel Comune di Perugia da parte del Gestore operativo del servizio rifiuti.

Bistocchi ha spiegato, in ogni caso, che rispetto alla data di presentazione dell’odg molte cose sono cambiate e l’emergenza si sta progressivamente attenuando.

Il dirigente di Gesenu Massimo Pera ha spiegato che ad inizio pandemia, dopo i primi dubbi sotto il profilo tecnico-sanitario, la “palla” è stata passata ai comuni ed ai gestori, obbligando questi ultimi a fornire un servizio dedicato per la raccolta dei rifiuti speciali covid ed imponendo un iter burocratico complesso che, in molti casi, risultava carente di dati essenziali.

In uno scenario così complesso già dalla partenza, la situazione si è ulteriormente complicata con le varie ondate post estate del 2020, quando si viaggiava a centinaia di nuovi utenti speciali al giorno. Per rispondere a ciò Gesenu a gennaio 2021, con il contributo di Auri che ha ridotto parte della burocrazia, ha modificato il sistema cercando di diminuire gli adempimenti ed i passaggi obbligati. Ciò di fatto ha consentito di eliminare molti dei ritardi. Pera in conclusione ha voluto ringraziare gli 8 operatori di Gesenu che si sono dedicati alla raccolta dei rifiuti speciali covid, con 6 mezzi, oltre a quelli della cooperativa a supporto, evidenziando che nel tempo sono state circa 80 le tonnellate di rifiuti raccolte.

L’assessore Otello Numerini ha rappresentato che nel periodo di emergenza inaspettata, tutti i comuni ed i gestori si sono trovati in forte difficoltà perché il nocciolo della questione verteva sulla catena di trasmissione dei dati asl-comuni-gestore, spesso mancanti o incompleti. Ciò inevitabilmente ha determinato difficoltà e ritardi.

Nonostante ciò, secondo Numerini Gesenu ha svolto, pur con alcune criticità, un’attività assolutamente soddisfacente.

La consigliera Maria Cristina Morbello (M5S) ha confermato che la situazione legata al covid è stata molto difficile per tutti, cittadini ed istituzioni, ed ancora oggi fa registrare delle criticità in relazione alla raccolta dei rifiuti speciali. Ed infatti, pur essendosi registrata una riduzione della burocrazia, il ritiro dei rifiuti covid avviene, in alcuni casi, solo dopo 15 giorni con tanti disagi per gli utenti in termini di salute, decoro e sicurezza.

E’ necessario, pertanto, fare meglio e di più.

Per Cristiana Casaioli (Progetto Perugia) è giusto tenere alta l’attenzione sul tema pur essendo la situazione in corso di miglioramento. Certamente la stessa è stata nuova ed inattesa per tutti, ingenerando di conseguenza iter procedurali troppo lunghi e complessi. Gesenu, di fronte a ciò, è riuscita tuttavia a mettere in campo aggiustamenti progressivi anche grazie al contributo ed alle segnalazioni dei cittadini. Ciò ha consentito di risolvere il problema in larga parte contribuendo a far passare l’Umbria, tra le prime regioni italiane, in zona bianca.

Tags: commissionecovid19rifiuticovidUrbanistica
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