La III commissione urbanistica, presieduta da Cristiana Casaioli, ha trattato nel corso della seduta del 17 giugno due ordini del giorno.
E’ stato discusso l’odg proposto dal M5S sull’introduzione di un assessorato alla transizione ecologica.
Illustrando l’atto la capogruppo Francesca Tizi ha spiegato che, in ragione dei cambiamenti climatici e del costante peggioramento legato al degrado ambientale, l’Europa ha adottato nel tempo strategie e provvedimenti volti a promuovere l’utilizzo delle fonti rinnovabili.
Tali provvedimenti sono stati recepiti dall’Italia con l’obiettivo di contribuire ad un importante cambiamento del modello economico che include la politica energetica e la gestione e la cura della risorse naturali.
A tal proposito con decreto legge 22 del 2021 è stato istituto il Ministero della Transizione ecologica, in sostituzione del ministero dell’Ambiente.
E’ stato altresì istituito presso la Presidenza del Consiglio il comitato interministeriale per la transizione ecologica, avente compiti di coordinamento della politiche nazionali in materia.
Sull’esempio della Regione Lazio che ha istituito un assessorato alla transizione ecologica e ritenuto imprescindibile il contributo degli Enti locali in questo importante percorso, le istanti chiedono nel dispositivo di impegnare l’Amministrazione:
-ad istituire un assessorato della transizione ecologica, preposto all’attuazione delle politiche ambientali, con il compito di attuare le buone pratiche per la tutela dell’ambiente e risorse naturali, energia ed investimenti verdi, contrato al dissesto idrogeologico e prevenzione dei rischi naturali, in coerenza con le politiche ambientali nazionali.
Il dirigente Emilio Buchicchio la rappresentato la situazione attualmente vigente in Comune alla luce degli incarichi assessorili attribuiti dal sindaco con decreto. Secondo il dirigente, in particolare, le proposte formulate dal M5S sono, di fatto, già vigenti in quanto tra le deleghe attribuite all’assessore Numerini vi sono: politiche energetiche, politiche ambientali e politiche in materia di difesa del suolo.
E’ evidente che, giuridicamente, nulla impedisce al sindaco di modificare le deleghe se ritenuto necessario.
Il consigliere Nicola Paciotti (PD) ha detto di trovare corretta la proposta del M5S di concentrare su un unico assessorato tutte le funzioni inerenti la transizione ecologica al fine di dare un’organizzazione sistemica alla materia, intervenendo di conseguenza in maniera organica.
Penso – ha concluso – che questa sia un’occasione per il Comune per affrontare nel migliore dei modi una sfida che interessa tutti i cittadini e la salute degli stessi.
Lucia Maddoli (IPP) ha preannunciato un sostegno convinto all’atto perché si tratta di un atto politico di grande forza che propone un cambiamento radicale del modello di sviluppo, come richiede l’Europa.
Quindi, pur essendo già state conferite alcune deleghe in tal senso all’assessore Numerini, occorre fare di più perché il Comune appare in difficoltà in certi settori e serve un cambio di passo.
Per la consigliera Cristiana Casaioli (Progetto Perugia) ciò che conta non è il nome ma la sostanza. A tal proposito si ritiene che il sindaco, al momento dell’attribuzione delle deleghe agli assessori, abbia già valutato questi aspetti conferendo gli incarichi conseguenti.
Si ritiene che oggi cambiare solamente il nome alle deleghe non avrebbe alcun valore politico né giuridico.
Alla fine del dibattito la consigliera Tizi ha chiesto di rinviare la votazione al fine di poter audire il sindaco sulla questione.
Successivamente è stato discusso l’odg del gruppo Ipp su Introdurre un principio di precauzione e forme di prevenzione nei processi di “transizione digitale” in atto nel territorio comunale.
Illustrando l’atto il capogruppo Fabrizio Croce ha rappresentato che negli ultimi anni il numero di antenne per le trasmissioni wireless presenti nel territorio comunale è cresciuto in modo esponenziale, andando a toccare anche luoghi pubblici sensibili senza alcuna evidente precauzione per le categorie più vulnerabili.
Numerosi studi scientifici, anche molto autorevoli e provenienti da varie parti del mondo, mettono in relazione la presenza di Campi Elettro-Magnetici con rischi di infezione o indebolimento del sistema immunitario delle persone. Tali studi sono supportati da recenti sentenze del Giudice amministrativo e da provvedimenti dell’Oms.
In relazione a ciò, recentemente oltre 300 cittadini residenti a Perugia hanno firmato una petizione popolare finalizzata ad avere “connessioni sicure per un progresso garantito ed un ambiente salubre nel territorio comunale”.
In questo contesto già complicato si è aggiunto nell’ultimo anno il massiccio ricorso allo smart working ed alla dad, con esponenziale aumento dei dispositivi wi-fi presenti nelle case, ed il potenziamento della piattaforma 5G, che prevede l’utilizzo di bande di frequenze molto più ampie di quelle usate in precedenza ed opera con un sistema di trasmissione “dinamico”, che consente di seguire l’utilizzatore in tempo reale e nello spazio, indirizzando fisicamente il campo elettro-magnetico che gli consente la connessione.
Non ci sono evidenze scientifiche sulla nocività del sistema, ma certamente la mancata sperimentazione e la progressivamente saturazione dell’ambiente a causa delle radio-frequenze possono rappresentare fattori di rischio per la popolazione.
Ad oggi – continua Croce – l’Amministrazione Comunale, in base alla normativa vigente, può rilasciare il consenso a nuove installazioni di impianti o la modifica sostanziale di impegni preesistenti previa autorizzazione l’ARPA e la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio, dovendo tener conto a tale proprisito sia di ragioni di salute pubblica che di impatto ambientale, in un’area come la nostra estremamente ricca di storia, monumenti e bellezze architettoniche e paesaggistiche.
Alla luce di questo panorama generale nel dispositivo finale i consiglieri chiedono di impegnare l’Amministrazione:
– A completare in tutto il territorio comunale il progetto della “Fibra Ottica”, che fu promosso a suo tempo per avere una connessione pulita e meno impattante e che ha comportato oneri economici notevoli ed un innegabile disagio per la cittadinanza a causa di interminabili lavori di scavo di cui è rimasta traccia evidente in tutte le strade cittadine.
– A prevedere, dove reso possibile dai vincoli normativi vigenti, il mantenimento di aree pubbliche non raggiunte dalla rete WI-FI e libere da Campi elettro-magnetici, a tutela di tutte le categorie a rischio.
– Ad avviare una interlocuzione con i soggetti privati nelle cui proprietà sono stati installati impianti, particolarmente nelle aree più densamente popolate e nelle vicinanze di luoghi sensibili, affinchè venga adeguatamente segnalata la presenza di stazioni di radio-trasmissione (che in alcuni casi vengono mimetizzate nel rispetto del contesto circostante) ed allo scopo di disincentivare la loro modifica sostanziale, in considerazione dei danni che esse potrebbero provocare alla popolazione a seguito di una esposizione prolungata.
– Ad avviare, particolarmente nelle scuole, una campagna di informazione e sensibilizzazione supportata dalle autorità sanitarie sull’uso sicuro e consapevole delle tecnologie e dei dispositivi di radio e telefonia.
Il Dott. Massimo Melelli Roia, ospite della seduta in qualità di tecnico vista la sua professione di medico, ha confermato i rischi per la salute degli individui legati alla diffusione dei numerosi campi elettromagnetici.
La Prof.ssa Giulietti, rappresentante dei firmatari della petizione citata da Croce nell’atto, ha illustrato le ragioni dell’iniziativa, ultimo atto di una serie di attività svolte in precedenza.
La relatrice ha lamentato un abbandono da parte delle Istituzioni, rallegrandosi solamente per il supporto ottenuto da molteplici sentenze giurisprudenziali.
Giulietti ha quindi chiesto al sindaco un intervento urgente in questo contesto in ragione del suo ruolo di tutore della salute pubblica.
La consigliera PD Elena Ranfa ha sottolineato l’importanza di affrontare la tematica senza alcun pregiudizio ideologico, con l’obiettivo di tutelare la salute pubblica, soprattutto delle nuove generazioni.
Visto il quadro fornito dagli ospiti, ed in particolare dal medico dott. Melelli, secondo Ranfa le Istituzioni hanno il dovere di approfondire il tema per trovare soluzioni adeguate.
Roberta Ricci (Lega) ha ricordato come con la legge Gasparri il sistema sia molto cambiato attribuendo tutte le competenze in materia allo Stato, previo parere dell’Arpa.
Le competenze del Comune, pertanto, si limitano al rilascio delle autorizzazioni di tipo urbanistico-edilizio. In ragione di ciò occorre valutare solo l’approccio dell’Ente in tale settore sentendo i tecnici preposti.
Il capogruppo della Lega Lorenzo Mattioni ha ribadito che il sindaco può agire solo sulla base degli strumenti giuridici e delle competenze a sua disposizione. Tale strumento, nel caso di specie, è solo quello urbanistico e non altri.
La commissione ha deciso quindi di rinviare l’atto al fine di audire l’assessore Giottoli ed il vice sindaco Tuteri.