La III commissione consiliare permanente urbanistica ha approvato all’unanimità, ma con l’opposizione che non ha partecipato al voto per protesta, l’odg presentato dai gruppi di maggioranza “Nodo di Perugia opera strategiche di interesse nazionale – Interventi sulle rampe dello svincolo di Ponte San Giovanni verso raccordo Perugia-Bettolle e in direzione opposta verso Foligno”.
Nell’atto si evidenzia che il tratto della E45, ricompreso tra lo svincolo di Collestrada e lo svincolo di Ponte San Giovanni, rappresenta ormai da 20 anni una criticità lungo la rete primaria nazionale, vista la congestione ricorrente dovuta alla incapacità dell’infrastruttura di sopportare i flussi che vi insistono.
Nel periodo 2002 – 2005 le forze politiche umbre convergevano sull’idea del Nodo di Perugia, che costituisse una variante a sud dell’itinerario Collestrada – Ponte San Giovanni – Perugia svincolo di Corciano, passando per Madonna del Piano e Ospedale Silvestrini; tuttavia l’opera, in quel tempo, non ha ricevuto i necessari finanziamenti, anche per la sua onerosità (1,2 miliardi di euro).
Recentemente (2020) si sono riaperte le discussioni, vista la proposta della Regione Umbria e di Anas di riavviare la progettazione del primo stralcio del nodo: tratta Collestrada-Madonna del Piano. Anas ha quindi attivato le procedure per la redazione del progetto definitivo aggiornate alle mutate condizioni.
Sul tema recentemente sono stati due gli odg proposti in Comune: uno della minoranza incentrato sull’impatto ambientale tendente alla ricerca di soluzioni alternative meno impattanti e alla partecipazione pubblica del progetto, l’altro, della maggioranza, volto all’istituzione di un tavolo tecnico tra Regione, Anas, Enti locali coinvolti per individuare soluzioni collaterali o alternative alla variante secca che tenessero conto di: tutela ambientale vista la presenza lungo il tracciato di boschi a farnetto; interventi migliorativi sugli svincoli di Collestrada e PSG; miglioramento della viabilità secondaria; confronto e partecipazione della cittadinanza.
Una più puntuale ricostruzione dell’iter progettuale evidenzia tuttavia che: -l’opera è stata oggetto di un’approfondita partecipazione; -i temi oggi sollevati non sono nuovi, ma erano già stati oggetto di segnalazioni fin dal progetto preliminare; -l’opera prevede l’attraversamento di tutta la zona di habitat del bosco a farnetto in galleria naturale; – il Ministero dell’Ambiente (oggi MITE) aveva, all’epoca, esaminato le osservazioni in materia di tutela ambientale, confermando la procedibilità del progetto; -gli approfondimenti progettuali di Anas nonché di VINCA per la risoluzione dell’attraversamento della zona vincolata, hanno ridotto la sezione stradale e maggiorato la profondità della galleria necessaria, migliorando decisamente l’impatto ambientale dell’opera.
Sostanzialmente, le alternative progettuali emerse nella discussione sono: 1) varianti esterne sulle quali il Ministero dell’Ambiente si è già espresso negativamente; 2) allargamento in sede del tratto Collestrada – Ponte San Giovanni, di chiara difficoltà tecnica.
È evidente tuttavia che ampliare la E45 ha l’effetto di aumentare i flussi che oggi scelgono itinerari alternativi, peggiorando ulteriormente la situazione a Ponte San Giovanni, mentre la soluzione in variante garantisce separazione dei flussi nazionali e locali, garangtendo una diminuzione di inquinamento e rumore a Ponte San Giovanni.
Ciò che la discussione ha confermato invece è la necessità di interventi sullo svincolo di PSG in quanto non previsti nella variante.
In tale senso si è appreso che la Regione ha già chiesto ad Anas di progettare il raddoppio della rampa dello svincolo di Ponte San Giovanni, quale operazione da affiancare alla realizzazione della variante, proprio per garantire adeguati interventi anche sui flussi locali e regionali, eliminando l’attuale collo di bottiglia costituito dalle rampe ad una sola corsia. Tale intervento, per circa 20 milioni, è già finanziabile con le somme a disposizione di Anas per la manutenzione della E45 e potrebbe essere realizzato in 3 anni. È necessario quindi garantire che i due interventi procedano appaiati nella fase programmatoria, per vederli poi realizzati progressivamente, visti i tempi più lunghi della fase dei lavori della variante, dal costo complessivo di circa 250 Milioni.
È evidente pertanto che la soluzione costituita dalla variante e dall’intervento allo svincolo di Ponte San Giovanni costituisce la migliore delle ipotesi possibili, tra l’altro con tempi di realizzazione mediamente brevi, contro ipotesi di sconvolgimento dei progetti attuali che invece spostano indefinitamente nel tempo le soluzioni alternative.
Infine recenti comunicazioni di Anas hanno mostrato un approccio possibilista sulla realizzazione del restante tratto dell’originario “Nodo di Perugia” da Madonna del Piano fino a Corciano, passando per l’ospedale regionale Santa Maria della Misericordia, che avrebbe evidenti riflessi positivi anche sui flussi nel tratto finale urbano del raccordo Perugia – Bettolle.
Si profila pertanto una concatenazione di interventi infrastrutturali (prima tratta nodo, raddoppio rampe a Psgiovanni e seconda tratta nodo) di grande positività per il Comune di Perugia e l’Umbria
Pertanto l’odg impegna l’amministrazione a considerare che:
-Ssia la variante alla E45 Collestrada-Madonna del Piano (il c.d. “nodino”), sia gli interventi sulle rampe dello svincolo di Ponte San Giovanni sono opere strategiche per il Comune di Perugia e l’intera regione Umbria ed immediatamente realizzabili.
-i due interventi uniti e non separabili, una volta realizzati, darebbero il contributo decisivo a risolvere sia le criticità sui flussi nazionali di medio lungo raggio, sia su quelli locali e regionali, che si muovono verso il capoluogo.
-la separazione dei due flussi rappresenterebbe un grande miglioramento sia per gli aspetti di inquinamento atmosferico e acustico per l’abitato di Ponte San Giovanni, sia per la sicurezza della circolazione;
-l’iter autorizzativo previsto garantisce una puntuale attenzione ai temi ambientali, visto che la procedura di VINCA sarà tenuta direttamente dal Ministero dell’Ambiente, oggi Ministero della Transizione Ecologica.
E pertanto si impegna l’Amministrazione:
-ad attivarsi affinché, nelle conferenze di servizi per l’approvazione di entrambi i progetti, il Comune di Perugia si faccia parte diligente per accelerare l’iter progettuale affinché tutti i temi sollevati vengano adeguatamente trattati e risolti;
-a richiedere ad ANAS impegni per una valutazione ed eventualmente rapida progettazione di un secondo stralcio del Nodo di Perugia (tratta Madonna del Piano – Ospedale Santa Maria della Misericordia);
-a richiedere ad ANAS di aggiornare costantemente l’amministrazione sull’iter progettuale e realizzativo individuato, anche sulla base dell’analisi tecnica e delle valutazioni delle richieste del territorio.
RELAZIONI
Il rappresentante della giunta regionale dell’Umbria ha spiegato che oggi si è di fronte ad una scelta fondamentale da operare con senso di responsabilità. Nel merito il progetto sul nodo è stato nel tempo notevolmente migliorato anche sotto il profilo ambientale così da superare tutte le critiche, oggi destituite di fondamento. L’obiettivo di questa azione, su cui la regione crede fermamente, è di far sì che vengano definitivamente risolti i problemi dell’area tramite la realizzazione non solo del primo stralcio del nodo (il cosiddetto “nodino”), ma anche del secondo stralcio (madonna del Piano-Corciano) e del raddoppio delle rampe di Ponte San Giovanni. Dopo una lunga e dettagliata interlocuzione con Anas, oggi si è arrivati ad un punto di svolta ed occorre partire per non perdere l’occasione.
La giunta regionale ha spiegato, nel dettaglio, che a luglio 2022 sarò consegnato il progetto definitivo del primo stralcio che sostanzialmente conferma quanto emerso da tempo.
L’esecutivo umbro, però, ha detto di non volersi accontentare del solo “nodino” col rischio che, col cambio dei governi, l’opera complessiva rimanga un’incompiuta. Ecco perché, all’esito di varie riunioni col ministro competente, il governo nazionale ha dichiarato che le problematiche viarie di Perugia e dell’Umbria legate al nodo di Perugia hanno una valenza essenziale tanto che l’opera verrà inserita direttamente nel Def (documento di economia e finanza) del Governo così da liberare la realizzazione anche del secondo stralcio.
Il terzo punto centrale dell’azione è rappresentato dall’ampliamento delle rampe di Ponte San Giovanni: le proposte avanzate sono coerenti con i problemi dell’abitato di Ponte San Giovanni e con quelli degli utenti che percorrono nelle due direzioni tale tratta.
Il raddoppio delle rampe rappresenta peraltro l’opera che potrà partire per prima in ragione del fatto che la stessa risulta già finanziata da Anas.
In conclusione per la regione la realizzazione delle tre opere citate garantirà la risoluzione di tutti i problemi viari dell’area di Perugia.
I rappresentanti di Anas hanno di fatto confermato lo stato dell’arte, evidenziando che il raddoppio delle rampe è già completamente finanziato così come la progettualità relativa al primo stralcio del nodo.
Entrando nel dettaglio del “nodino” (ossia del primo stralcio) è stato spiegato che la scelta che si è compiuta è quella di ridurre al massimo l’impatto per la viabilità esistente, che sarà garantita senza soluzioni per tutta la durata dei lavori, conservando quindi tutti i collegamenti esistenti. L’intervento è per complessivi 7km, di cui 2 in galleria; il ponte sul Tevere sarà di 500 metri. Evidenti i benefici sul traffico. Un dato su tutti: dagli studi emerge che su un traffico pesante di circa 3800 veicoli provenienti da Orte, ben 2800 passeranno per il “nodino”.
DIBATTITO
L’amministrazione comunale ha spiegato che l’odg rivendica quelle che sono le posizioni dell’Amministrazione sul tema, oggetto di confronti ripetuti ed accesi vista l’importanza dello stesso per la città e la regione. Si tratta ovviamente di un’opportunità che va calibrata non solo come strategica a livello nazionale ma anche per le ricadute che avrà su Perugia.
L’interesse del Comune di Perugia è di sostenere l’intervento ma vigilando sull’impatto ambientale dell’opera e sulla realizzabilità della stessa nel suo complesso (nodo di Perugia) unita a quelle che devono risolvere le criticità di accesso alla città (rampe di Ponte San Giovanni). L’auspicio infine è che si possa intervenire nella fase progettuale dell’opera così da accogliere anche le sollecitazioni provenienti dalla cittadinanza.
Parte dell’opposizione ha espresso perplessità sul metodo più che nel merito ritenendo che non sia possibile votare un atto senza aver effettuato la giusta partecipazione con la cittadinanza e senza conoscere i dettagli tecnici del progetto. A tal proposito è stato ribadito che tutta l’opposizione ha già chiesto formalmente alla presidenza di convocare una seduta del Consiglio Aperto per confrontarsi sul tema con la cittadinanza.
Ciò anche alla luce della lettera pervenuta da circa 11mila cittadini, facenti parte del comitato contrario alla realizzazione del nodo. Nel merito si segnala che non può essere la realizzazione di una sola strada il modo giusto per risolvere tutti i problemi di Ponte San Giovanni e dei ponti in generale perché sono molteplici le criticità esistenti. Per questo non vanno dimenticate questioni come il completamento delle connessioni tra quartieri e il potenziamento della ferrovia, che può diventare il principale mezzo di trasporto dei perugini.
Un’altra parte dell’opposizione, nel ritenere l’odg superato, ha ribadito la propria condivisione per la realizzazione, prima possibile, dell’intero nodo di Perugia, ma non del solo “nodino” insufficiente a risolvere i problemi di viabilità.
La maggioranza, nel ribadire il pieno sostegno a tutte e tre le soluzioni progettuali previste (primo e secondo stralcio del nodo, nonché raddoppio delle rampe di Ponte San Giovanni), ha evidenziato che compito della politica è di assumersi precise responsabilità nelle scelte operate. Nel caso di specie le scelte devono avvenire nel più breve tempo possibile per non buttare al vento un’occasione imperdibile e finanziamenti già certi per garantire alla regione ed alla città opere fondamentali. Sono state contestate infine le critiche pervenute dall’opposizione circa la mancanza di partecipazione, dal momento che questa è stata già fatta confutando molte delle perplessità avanzate nel tempo da comitato e cittadini- La partecipazione, peraltro, come prevede la normativa, verrà effettuata anche successivamente quando durante i vari step tutti potranno dire la loro.
Alla fine della seduta l’opposizione ha chiesto di rinviare la votazione per poter proporre emendamenti e per consentire l’audizione dei rappresentanti del comitato contrario al nodo.
Non essendo stata accolta la proposta l’opposizione ha deciso di non partecipare al voto.