E’ stato discusso in IV commissione l’Ordine del giorno presentato dai gruppi PD , Idee Persone Perugia, Rete Civica Giubilei:”Disposizioni per la tutela e la sicurezza dei lavoratori digitali”.
Per lavoratore digitale – ricorda la capogruppo Pd Sarah Bistocchi – si intende quel lavoratore che, indipendentemente dalla tipologia e dalla durata del rapporto di lavoro, offre la disponibilità della propria attività di esercizio all’impresa, c.d. piattaforma digitale, che organizza l’attività al fine di offrire un servizio a terzi mediante l’utilizzo di un’applicazione informatica, determinando le caratteristiche del servizio e fissandone il prezzo. Le piattaforme digitali sono le imprese che, qualunque sia il luogo di stabilimento, mettono in relazione a distanza per via elettronica le persone per la vendita di un bene, la prestazione di un servizio o lo scambio o la condivisione di un bene o un servizio.
Nel periodo attuale, stante la pandemia in atto, è ormai evidente, in particolare, la sempre maggior diffusione dei rider, cioè dei “fattorini” impiegati nell’attività di consegna di beni per conto altrui mediante l’ausilio, in ambito urbano, di velocipedi o veicoli a motore.
I dati di questo fenomeno sono in costante crescita: ad esempio in Umbria la piattaforma Deliveroo ha evidenziato un aumento degli ordini del 219% nel 2019 rispetto al 2018.
L’ammodernamento e la digitalizzazione del mercato del lavoro non hanno portato però ad un auspicato avanzamento delle tutele del lavoratore digitale: sono recenti i fatti di cronaca che riportano incidenti subiti con gravi conseguenze da chi effettua consegne a domicilio attraverso le applicazioni digitali. L’emergenza sanitaria da diffusione di Covid – 19 che stiamo vivendo, nazionale e mondiale, non fa altro che sottolineare l’importanza e l’urgenza di fornire maggiori tutele ai lavoratori digitali.
Ad oggi questi lavoratori sono inquadrati come autonomi.
Alcune azioni a tutela di questi lavoratori sono già state approntate in varie città, come Milano o Bologna, mentre a livello normativo un passo in avanti si è avuto con la legge 128 del 2019.
Anche in Umbria si stanno muovendo i primi passi in questa direzione, con il deposito di una proposta di legge di iniziativa del Partito Democratico recante “Disposizioni per la tutela e la sicurezza dei lavoratori digitali.
Alla luce di questo quadro, nel dispositivo gli istanti chiedono di impegnare l’Amministrazione:
-Ad effettuare una mappatura delle aziende che operano sul proprio territorio di competenza e che si avvalgono dei lavoratori digitali nell’ambito delle piattaforme di consegna a domicilio, indicando in particolare in quale misura e con quale inquadramento professionale procedono a farlo.
-A verificare l’esistenza e l’utilizzo di dispositivi di protezione anticontagio messi in campo dalle aziende, in quale misura e di quale tipologia, nonché a vigilare sulla corretta applicazione della normativa nazionale in tema di dispositivi di sicurezza e tutele individuali e collettive.
-A verificare la presenza e il riconoscimento dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) all’interno di ogni singola azienda operante all’interno del territorio comunale.
-A promuovere iniziative volte all’accrescimento delle tutele di cui questi lavoratori, rivelatisi essenziali durante e dopo la pandemia, necessitano da parte delle Istituzioni del territorio.
-Ad adoperarsi affinché sia garantito diritto di cittadinanza a questi lavoratori e lavoratrici, che operano ogni giorno nelle strade della nostra città, e che pertanto devono essere considerati (insieme a tutti gli altri lavoratori dell’economia digitale tramite piattaforma) a tutti gli effetti una componente del mondo del lavoro sul territorio;
-A verificare, in sinergia con le Istituzioni locali, a tutela dei lavoratori ma anche della cittadinanza che usufruisce giornalmente dei servizi di delivery a domicilio, la condizione in merito alle attività di screening di tamponi o test sierologici rapidi, dimensione dalla quale questi lavoratori sembrano essere totalmente esclusi;
-A valutare modalità di sostegno all’acquisto ed alla manutenzione del mezzo di lavoro (bici elettrica), considerando anche le specificità morfologiche e orografiche della città di Perugia, che rendono assai più difficoltoso il lavoro di rider;
-Ad attivare e promuovere, in sinergia con l’Ispettorato del Lavoro e le Organizzazioni Sindacali rappresentative, la sperimentazione di accordi e protocolli d’intesa con le società locali di delivery che stanno nascendo, al fine di garantire il lavoro in sicurezza e creare modelli positivi a partire dalle strade della nostra Città.
L’assessore Luca Merli ha riferito che quella del ciclo fattorino è sempre stata considerata come una forma di lavoro accessorio per integrare, in sostanza, un’attività professionale principale. Da questa situazione originaria ad oggi si è sviluppato uno scenario totalmente diverso soprattutto a causa della pandemia.
Il legislatore, come noto, ha circoscritto questo tipo di lavoro nell’ambito della prestazione autonoma, senza vincoli in capo al datore di lavoro, stabilendo un minimo di garanzie e tutela in favore del prestatore.
In città purtroppo emerge sempre di più una modalità di circolazione da parte dei rider non corretta, a causa dell’eccessiva velocità di percorrenza, dell’utilizzo di strutture (scale ecc.) non idonee, dell’utilizzo delle cuffiette ecc.
Le attenzioni che i proponenti dell’atto richiedono sono quindi condivisibili; tuttavia ciò che appare difficile è immaginare il coinvolgimento del Comune nell’attività di verifica, essendo quella riservata all’ispettorato del lavoro. Ciò che potrà fare semmai l’Ente è avviare un’interlocuzione con le società datrici di lavoro per cercare di migliorare le condizioni del servizio.
Il consigliere Giuliano Giubilei ha voluto segnalare importanza di riservare attenzione in questo settore al fenomeno del caporalato, in forte e preoccupante crescita.
All’esito del dibattito l’odg è stato rinviato per approfondimenti.