La IV Commissione Consiliare Permanente Cultura ha approvato con 6 voti a favore (5 maggioranza ed un voto opposizione) e 3 contrari (opposizione di centro-sinistra) l’Ordine del giorno presentato da due consiglieri di maggioranza su: “Finché violenza non ci separi”.
Ricordano gli istanti il vertiginoso aumento dei femminicidi nel corso del 2020 (+10%), favorito dalle restrizioni collegate al contenimento della pandemia. La maggior parte degli omicidi è avvenuta in famiglia o comunque ad opera di chi era legato alla vittima da un rapporto affettivo, presente o passato.
La violenza di genere – spiegano i consiglieri – il più delle volte è difficile da riconoscere perché nasce spesso da un rapporto d’amore; da tale “ciclo” è particolarmente difficile uscire, anche perché le donne perdono tutti i punti di riferimento.
Visto che al momento gli strumenti a disposizione delle vittime non sono sufficienti per proteggerle, l’attenzione si è rivolta verso d’adozione di iniziative volte alla protezione delle potenziali vittime, permettendo loro di riconoscere i segnali della violenza.
Alla luce di ciò gli istanti propongono di impegnare l’Amministrazione:
-ad inserire negli obiettivi degli interventi scolastici comunali il collegamento che ci può essere tra bullismo e futuro violento in ambito di convivenza familiare; ciò imporrebbe una seria riflessione anche sul ruolo e sulla motivazione che inizialmente affascina anche alcune delle potenziali future vittime;
-a collaborare direttamente con le forze dell’ordine attraverso protocolli d’intesa volti a creare percorsi formativi e informativi, svolti dalle stesse forze dell’ordine con i ragazzi dal taglio decisamente pratico:
-a costruire un percorso pre-matrimoniale o pre-convivenza a disposizione di tutte le coppie, all’interno del quale fornire utili indizi ad entrambi i soggetti dando conto di elementi ed indicatori che caratterizzano i cosiddetti “rapporti sbilanciati o malati”, oltre che per fornire un punto di riferimento costante per entrambi i partecipanti in caso di comparsa di segnali di un rapporto sbilanciato; lo scopo è quello di informare e formare dando magari consapevolezza a chi è già dentro il tunnel della paura.
Secondo il pensiero dei proponenti, in merito a quest’ultimo punto, il Comune potrebbe cercare di fornire strumenti utili per riconoscere la violenza di genere, fornendo informazioni ed aumentando la consapevolezza. Il corso, sull’esempio di quanto avviene in ambito ecclesiastico con i corsi pre-matrimoniali, dovrebbe essere condotto dall’Università in partnership col Comune ed in collaborazione con associazioni e forze dell’ordine, utilizzando anche strumenti come i questionari o i test su base volontaria ed anonimi.
Le rappresentanti del Centro Pari Opportunità della Regione hanno confermato l’interesse al progetto perché contribuisce a “fare educazione” sul rispetto delle persone, strumento determinante nelle nuove politiche di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere.
E’ fondamentale, secondo le relatrici, allargare la rete degli interventi per fornire alle vittime ulteriori strumenti utili per uscire dalla spirale della violenza.
Sotto questo profilo hanno richiesto alle Istituzioni di investire sul tema; proprio per ciò è stata accolta con favore la proposta contenuta nell’odg anche perché al via nel Comune più grande dell’Umbria.
Anche la rappresentante di Progetto Donna ha espresso favore per la proposta perché propone una soluzione concreta, utile per contrastare i fenomeni della violenza partendo dalla prevenzione e, quindi, lavorando sull’educazione delle persone e sulla consapevolezza.
Occorre, pertanto, creare lavoro, alloggi, una valorizzazione della figura della donna, nonché costituire un welfare di sostegno, agendo sul disagio.
L’opposizione ha parlato di tema di grande importanza perché riguarda un fenomeno che sta assumendo dimensioni spaventose. Entrando nel dettaglio dell’odg, il centro-sinistra pur condividendo l’assunto posto alla base dell’atto (agire cioè sulla prevenzione), ha espresso perplessità sia per i contenuti che per il metodo seguito, stante l’assenza di alcune audizioni.
I dubbi manifestati hanno riguardato invece soprattutto il dispositivo, in particolare il punto 3 (percorsi pre-matrimoniali), ritenuto scarsamente realistico e praticabile. Anche sul punto 2 (protocolli d’intesa) è stato chiesto di estendere gli eventuali protocolli anche alle associazioni e non solo alle forze dell’ordine. Per tali ragioni il centro-sinistra ha chiesto di modificare l’atto in maniera sostanziale.
La maggioranza, anche attraverso le repliche dei proponenti, ha ribadito che l’unico obiettivo dell’atto è di contribuire a combattere la violenza sulla donna in ogni sua forma, anche con strumenti innovativi. La proposta, del tutto nuova, potrà essere utile per contribuire a migliorare su due fronti, oggi in forte emergenza: quello educativo all’interno delle relazioni umane, e quello sfociato nella destrutturazione dei contesti sociali che determina solitudine.