La IV Commissione Consiliare Permanente Cultura ha approvato all’unanimità la mozione urgente presentata da vari gruppi, sia di maggioranza che di opposizione, su: “Richiesta di protezione internazionale per le cittadine e i cittadini afghani e piano preventivo di accoglienza profughi afghani”.
Dopo aver ricordato le tappe fondamentali della “crisi afghana”, con violenze sulla popolazione civile conseguenti alla nuova occupazione del paese da parte delle forze talebane, gli istanti hanno riferito che ciò ha determinato una gravissima emergenza umanitaria, con tantissimi profughi che hanno lasciato d’urgenza lo stato.
A fronte di ciò, si rende urgente mettere in campo una grande azione umanitaria, con azioni concrete e tempestive per aiutare quelle popolazioni e difendere strenuamente i valori ed i principi fondamentali di libertà, autodeterminazione e dignità dei singoli individui.
A tal proposito, si attende che gli organismi e la comunità internazionali, l’Unione Europea in primis, coi suoi organi competenti, propongano ed attivino celermente, col coraggio necessario e dovuto senza remore, corridoi umanitari per mettere in sicurezza quelle donne, uomini, bambini e bambine che sono in pericolo, dando loro la possibilità di accedere facilmente in Europa.
In ragione di queste premesse, nel dispositivo dell’atto, i consiglieri firmatari impegnano l’Amministrazione:
-A sollecitare il Governo italiano ad impegnarsi da subito per garantire pienamente il diritto di asilo alle frontiere per i cittadini afghani e ad organizzare tempestivamente corridoi umanitaria verso l’Italia non solo per tutti quei cittadini afghani che abbiano collaborato con i militari, i diplomatici e le organizzazioni umanitarie italiane, ma per tutti coloro che si trovano in situazione di maggiore pericolo e vulnerabilità, a partire da chi è già vittima di violenze e discriminazioni su base etnica, religiosa, di genere, culturale, ma in generale per chiunque possa subire ritorsioni dal regime talebano per l’impegno a favore della tutela dei diritti umani;
-A sollecitare il governo italiano perché insieme agli altri paesi dell’Unione Europea e alle competenti agenzie ONU venga garantito un supporto materiale ai paesi confinanti con l’Afghanistan (che si troveranno ad accogliere il flusso principale di profughi), alla società civile afghana e alle agenzie ONU e organizzazioni umanitarie che operano all’interno dell’Afghanistan, affinché possano continuare a lavorare in loco per garantire il rispetto dei diritti umani, proteggere le donne e i bambini e fornire assistenza umanitaria alla popolazione civile che rimarrà nel paese che sta subendo e subirà pesanti ripercussioni di questa crisi;
-A sollecitare il governo italiano a mettere in campo tutte le azioni necessarie a livello nazionale e internazionale affinché siano attivati controlli accurati per identificare e arrestare eventuali terroristi che potrebbero infiltrarsi tra i profughi;
-Ad attivarsi immediatamente per fare la propria parte e garantire l’accoglienza anche nel territorio del Comune di Perugia di persone afghane in fuga dal proprio paese, fino a quando non potranno rientrarvi in sicurezza, coinvolgendo da subito le associazioni accreditate del Terzo Settore che si occupano di accoglienza e integrazione, per predisporre insieme a loro e alle altre istituzioni competenti un chiaro piano di accoglienza, materiale e psicologica, di tutti quei cittadini afghani a rischio di sicura persecuzione secondo base giuridica.
-a fare una mappatura, insieme agli altri comuni umbri, con il supporto di Anci Umbria e delle organizzazioni del terzo settore, delle persone afghane che vivono in Umbria, a partire da quelle bene integrate, che potrebbero accogliere i propri familiari, anche senza pesare sul sistema di accoglienza, ed allertare, attraverso il tavolo di dialogo tra Anci nazionale e Governo, le ambasciate italiana dei paesi vicini affinché possano attivarsi per i ricongiungimenti familiari.
L’assessore alle politiche sociali ha espresso preoccupazione per la situazione in Afghanistan, ove, per fortuna, sono ancora presenti associazioni umanitarie che forniscono un minimo supporto. Dopo la crisi, spiega l’assessore, è stato subito attivato il tavolo con la prefettura, organo che riveste un ruolo principale nel progetto di accoglienza.
L’Amministrazione riferisce che attualmente sono circa 60 i soggetti ospitati nei CAS (centri di accoglienza straordinaria), ma al Ministero è già stata data disponibilità di utilizzare gli Sprar-Sai anche ampliandone la capienza. Questi ultimi sono adatti ad ospitare le famiglie. Per ampliare la rete SAI, tuttavia, vi è la necessità di emissione da parte del Ministero di un decreto autorizzativo. In sostanza il dialogo è costante sia con la Prefettura che con il Governo tramite Anci.
Tra le funzioni del tavolo vi è anche quello di coordinare le richieste dei visti di ingresso per ricongiungimenti, ecc. A tal proposito le istruzioni operative per il rilascio dei visti sono state inviate a tutte le ambasciate italiane dei Paesi confinanti con l’Afghanistan proprio al fine di favorire la creazione di corridoi umanitari.
Il rappresentante della Caritas di Perugia ha parlato di tragedia umana assoluta che Caritas sta monitorando in maniera continua. L’associazione sta lavorando con le Istituzioni pressandole affinché partano i cosiddetti corridoi umanitari. Si sta affrontando, infine, il problema dei circa 310mila afghani presenti in Europa cui o è stato negato il diritto di asilo o sono ancora in attesa di risposte in quanto tutti rischiano il rimpatrio.
I rappresentanti della Cooperativa sociale Perugia e di Arci Perugia hanno confermato i problemi che in patria molti afghani stanno incontrando, soprattutto coloro che hanno cooperato con i militari occidentali. Confermato anche l’impegno delle associazioni per l’accoglienza ed il lavoro in atto per risolvere il problema dei profughi cui in Europa viene negato il diritto di asilo. Questo appello, unitamente a quello relativo alla costituzione di corridoi umanitari, è stato lanciato anche da Emergency, organizzazione che opera in Afghanistan fin dal 1999. E’ stato richiesto, inoltre, di tenere alta l’attenzione sulla vicenda che, dopo la fase calda, tende oggi ad essere un po’ dimenticata.
Unanime condivisione sulla mozione è stata espressa dai consiglieri di maggioranza che hanno parlato di atto che suscita attenzione e riflessioni, aprendo visioni politiche, ma soprattutto di sensibilità personale. Rispetto alla crisi afghana di 20 anni fa, è stato detto da qualcuno, emergono delle differente visto che oggi un ruolo determinante è stato assunto dalle donne, a conferma dei progressi in termini di emancipazione e crescita culturale.
Secondo alcuni consiglieri di maggioranza, peraltro, la situazione dell’Afghanistan è lo specchio delle difficoltà dell’Occidente e dell’Europa. Nel ringraziare le associazioni impegnate in prima linea nella tutela dei profughi, i consiglieri hanno condiviso l’invito a tenere l’alta l’attenzione, ritenendo che la mozione possa rappresentare un utile contributo alla causa con l’obiettivo di snellire le pratiche burocratiche.
Anche dai banchi dell’opposizione è stata ribadito pieno sostegno alla mozione.
Parte di essa ha precisato che l’Italia ha fatto di tutto e dovrà continuare a fare di tutto per aiutare coloro che hanno cooperato con i nostri militari in Afghanistan. Per quanto concerne i civili rimasti nel paese medio-orientale la sede adeguata del dibattito resta il G20, tavolo intorno al quale siede anche la Cina.