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Commissione affari istituzionali: discussa la modifica dell’art. 6 del regolamento del Consiglio comunale

Sotto esame i criteri per la partecipazione alle sedute

di Redazione PerugiaComunica
4 Giugno 2021
in Consiglio Comunica, Resoconto
Tempo di lettura:4 min.
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Commissione affari istituzionali: discussa la modifica dell’art. 6 del regolamento del Consiglio comunale
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La I Commissione Consiliare Permanente Affari Istituzionali, presieduta da Michele Nannarone, ha ripreso nel corso della seduta del 4 giugno’esame delle modifiche da apportare al regolamento del Consiglio comunale.

In particolare oggi si è discusso della modifica dell’art. 6 su: “gettone di presenza”.

Questo il testo attualmente vigente:

“1. Ai Consiglieri spetta la corresponsione di un gettone di presenza, stabilito dal Consiglio Comunale in conformità alle disposizioni di legge in materia, per la effettiva partecipazione a ciascuna seduta di Consiglio Comunale e delle Commissioni Permanenti. La partecipazione è accertata dal personale di Segreteria, con i mezzi tecnologici a disposizione.

  1. Le sedute di commissione, di norma, si svolgono nell’arco di una medesima giornata, anche – ove necessario – con il protrarsi a seduta pomeridiana.
  2. In caso di particolare urgenza il Presidente di Commissione può disporre – nella medesima giornata – la convocazione di due distinte sedute purché gli ordini del giorno siano diversi.

La proposta avanzata dagli uffici prevede di riscrivere l’articolo in oggetto inserendo un nuovo comma 1bis e modificando il comma 3.

Questo il testo proposto:

“ 1. Ai Consiglieri spetta la corresponsione di un gettone di presenza, stabilito dal Consiglio Comunale in conformità alle disposizioni di legge in materia, per la effettiva partecipazione a ciascuna seduta di Consiglio Comunale e delle Commissioni Permanenti. La partecipazione è accertata dal personale di Segreteria, con i mezzi tecnologici a disposizione.

1 bis. La corresponsione dei gettoni di presenza è comunque subordinata alla effettiva partecipazione del Consigliere a Consigli e Commissioni, intendendosi per tale:

o la  votazione di un atto,

o la partecipazione ai lavori per la metà  della seduta;

o la partecipazione ai lavori per almeno un’ora continuativa.

  1. Le sedute di commissione, di norma, si svolgono nell’arco di una medesima giornata, anche – ove necessario – con il protrarsi a seduta pomeridiana.
  2. In caso di particolare urgenza il Presidente di Commissione può disporre fino a 24 ore prima della riunione, l’integrazione dell’ordine del giorno della seduta di Commissione già convocata, per la trattazione di un determinato argomento, analogamente ai sensi dell’art. 29, comma 7, del presente Regolamento.

In merito alla questione dell’effettiva partecipazione (comma 1 bis) il dirigente Emilio Buchicchio ha fornito un quadro di ciò che si prevede negli altri comuni italiani.

Il dirigente ha rappresentato il fatto che molti comuni non hanno spiegato cosa debba intendersi per effettiva presenza (così come accade oggi nel Comune di Perugia). Altri, invece, hanno disciplinato nel dettaglio i criteri scegliendo soluzioni diverse: la maggior parte degli enti prevede che per effettiva presenza si debba intendere la partecipazione ad almeno la metà della seduta. Genova chiede invece la partecipazione ai 2/3 della seduta.

Arezzo, invece, prevede come effettiva la partecipazione ad almeno il 20% delle votazioni compiute. Infine ci sono comuni che prevedono più criteri insieme: ad esempio quello della partecipazione alla votazione ma anche della trattazione degli argomenti.

Il vice segretario Laura Cesarini ha evidenziato come, dagli esempi citati, emerga un’ampia possibilità di autoregolamentazione da parte dei Comuni. In ragione di ciò gli uffici hanno inteso disciplinare la materia prevedendo alcuni criteri di effettività al fine di evitare possibili criticità, come accaduto in passato, quando la partecipazione di un consigliere era molto breve. Si propone quindi di inserire tre criteri alternativi tra loro evitando di ingessare troppo la materia.

Il capogruppo di Progetto Perugia Francesco Vignaroli ha sostenuto l’importanza di inserire sul tema un indirizzo che sia ampio e non troppo restrittivo, proprio come proposto dagli uffici.

Ciò per evitare gli abusi ma anche per non ingessare troppo l’attività dei consiglieri tenuto conto delle difficoltà di normare la materia.

In conclusione Vignaroli ha poi proposto di escludere dal criterio della votazione di un atto la votazione dei verbali in commissione.

La consigliera Erika Borghesi ha invitato a riflettere in particolare sul criterio della partecipazione intesa come votazione di un atto. Ciò in quanto a volte in commissione, durante una seduta, non si votano atti, ma li si discutono e basta, mentre altre volte un gruppo o un consigliere possono decidere di non partecipare volontariamente alla votazione per motivi politici.

Il vice segretario Cesarini ha spiegato, in risposta, che essendo previsti tre criteri alternativi, in caso di non applicabilità di uno di essi (ad esempio la votazione di un atto), si utilizzano gli altri con ciò non discriminando le scelte politiche eventuali dei consiglieri.

Francesco Zuccherini (PD) si è detto favorevole a regolamentare la materia anche se emerge dall’excursus fornito dagli uffici che molti comuni, come Perugia finora, hanno deciso legittimamente di non disciplinare la casistica. Nel merito Zuccherini ha però chiesto, in linea con Borghesi, di non inserire tra i criteri aspetti che possano condizionare l’attività politica dei consiglieri (ad esempio la votazione di un atto).

Al contrario il consigliere si è detto disponibile ad inserire i due criteri di durata proposti, ossia partecipazione a metà della seduta o ad un’ora continuativa dei lavori.

Anche Riccardo Mencaglia (FdI), che ha fornito esempi a supporto della sua posizione, ha sollecitato la commissione a non introdurre regolamentazioni troppo stringenti che potrebbero compromettere l’attività politica dei consiglieri ingenerando possibili penalizzazioni.

Nicola Volpi ha espresso apprezzamento per la soluzione proposta dagli uffici perché i tre criteri alternativi tra loro forniscono una casistica sufficientemente adeguata. Ciò ricomprende anche il criterio della votazione di un atto che risponde ad una precisa responsabilità politica del consigliere.

Cristiana Casaioli, nel concordare con quanto sostenuto da Volpi, ha rimarcato l’opportunità di disciplinare anche le sedute in video conferenza, visto quanto accaduto nell’ultimo anno.

Per Nicola Paciotti (PD) è opportuno eliminare la fattispecie della votazione di un atto qualche criterio di effettività della presenza perché potrebbe creare disparità ed ingiustizie. Al contrario appaiono adeguati gli altri due criteri alternativi, legati alla durata.

Alla fine del dibattito la commissione ha deciso di rinviare l’argomento per procedere con gli opportuni approfondimenti.

 

Tags: affariistituzionalicommissioneregolamento
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