La IV commissione, presieduta da Michele Cesaro, nella seduta del 10 gennaio ha approvato con 11 voti a favore l’ordine del giorno “Sostegno e adesione alle iniziative di Coldiretti contro il cibo sintetico”.
L’atto è stato illustrato dal proponente, il consigliere Riccardo Mencaglia del gruppo Fratelli d’Italia.
“Negli ultimi anni – si legge nell’odg – soprattutto all’estero, dopo che negli Stati Uniti nel 2014 la Food and Drug Administration (FDA) ha dato il primo via libera alla commercializzazione di nuggets di pollo coltivati dalla start up californiana Upside Foods, fondata da Uma Valeti e Nicholas Genovese con il nome di Memphis Meat, si è assistito alla proliferazione della creazione e della commercializzazione del cosiddetto cibo sintetico.
A titolo esemplificativo, il cibo sintetico per ciò che attiene la carne, si distingue in due macro categorie: il fake meat, una carne vegetale – quindi vegetariana e spesso vegana – che si ottiene con sostituti vegetali, arricchiti da aromi, capaci di restituire sapore e consistenza della vera carne, e la clean meat, carne coltivata in laboratorio, che, invece, si ottiene da clonazione delle cellule staminali estratte dagli animali – che non vengono quindi macellati – e poi riprodotte in vitro.
Similmente, sono possibili riproduzioni in laboratorio di pesce e uova sintetiche.
Il cibo sintetico:
– è prodotto in bioreattori;
– non salvaguarda l’ambiente perché comporta un maggiore consumo di acqua ed energia rispetto agli allevamenti tradizionali e soprattutto è meno efficiente di quelli oggi più performanti;
– limita la libertà dei consumatori e omologa le scelte sul cibo;
– favorisce gli interessi di pochi operatori, monopolizzando l’offerta di cibo nel mondo;
– spezza lo straordinario legame che unisce cibo e natura;
– non tutela la salute non essendoci garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e l’esperienza maturata è ancora troppo limitata per giungere a conclusioni differenti;
– non aiuta a perseguire gli obiettivi di giustizia sociale, in quanto prodotto sulla base di brevetti e tecnologie con alti costi di ingresso e sviluppo, nelle mani di pochi grandi investitori multinazionali;
– può avere impatti socio-economici molto pericolosi, in quanto frutto di una fascinazione ecologica che non ha finora consentito riflessioni ben più approfondite;
– il raffronto con i sistemi più avanzati e sostenibili per la produzione del cibo, propri dell’agroalimentare italiano, consente di valutare correttamente gli esiti pregiudizievoli per l’ambiente del cibo sintetico fabbricato a mezzo di bioreattori.
L’articolo 42 del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 (“Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”) assegna al Consiglio comunale le funzioni di indirizzo e di controllo politico-amministrativo del Comune. Ai sensi dell’articolo 3 il Comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo.
In attuazione del principio di sussidiarietà di cui all’articolo 116 della Costituzione il Comune è l’Ente che, in virtù del rapporto di prossimità con i cittadini, può efficacemente garantire la salvaguardia dei diritti fondamentali alla salute e alla corretta alimentazione anche attuando le misure di tutela predisposte a livello statale.
Coldiretti ha promosso una petizione contro il cibo sintetico (di seguito si riporta il link dove consultare il documento: https://www.coldiretti.it/economia/una-firma-contro-il-cibo-sintetico-scatta-la-mobilitazione-coldiretti) e sono nate diverse iniziative di sensibilizzazione finalizzate ad evidenziare i rischi della diffusione del cibo artificiale. Tale petizione è pienamente condivisibile quanto a contenuti e modalità di attuazione delle finalità nella stessa esplicitate. Gli impatti omologanti di un modello produttivo distante dalle specificità territoriali locali possono cancellare le produzioni tipiche, distintive e tradizionali connesse alla varietà della biodiversità locale. Anche la Fimp, Federazione italiana medici pediatri, che raccoglie 5mila professionisti, ha firmato la petizione di Coldiretti e Filiera Italia contro la diffusione dei cibi prodotti in laboratorio, ritenendoli estremante dannosi per lo sviluppo e la crescita dei bambini, soprattutto nei primi anni di vita.
Ciò premesso, l’atto impegna sindaco e giunta ad aderire pienamente alla petizione promossa da Coldiretti contro il cibo sintetico sostenendo tutte le conseguenti e connesse iniziative di sensibilizzazione attinenti ai pericoli del cibo sintetico e avvalorate anche dal mondo accademico e scientifico; ad adottare, nel rispetto delle rispettive competenze, tutti i provvedimenti utili al sostegno della petizione Coldiretti contro il cibo sintetico fornendo, a tal fine, specifiche direttive ai competenti uffici e servizi del Comune anche per la sollecita trasmissione della presente deliberazione al Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste”.
In commissione sono stati sentiti l’assessore Gabriele Giottoli, il presidente di Coldiretti Perugia Luca Grasselli e la responsabile ufficio di zona Coldiretti Perugia Marcella Calabresi.
Il presidente Grasselli ha ricordato la battaglia di Coldiretti per una legge nazionale che vieti la produzione di cibo sintetico. Secondo Coldiretti, l’Italia deve produrre cibo di qualità e salvaguardare le sue eccellenze pensando, così, anche alle generazioni future. A novembre sono già state consegnate 240mila firme e, nel frattempo, le sottoscrizioni sono arrivate a più del doppio. Coldiretti crede fortemente nella qualità e nel fatto che il cibo debba provenire da animali anche perché non si conosce ancora l’effetto di certi alimenti sulla salute dell’uomo.
Anche Marcella Calabresi ha chiesto sostegno per la battaglia che l’associazione di categoria sta conducendo a livello nazionale, come accaduto anche sul tema dell’etichettatura.
Alessio Fioroni (FI) ha sostenuto che, se a livello internazionale si tratta probabilmente di una battaglia persa, a livello nazionale, finché la sperimentazione non sarà portata a compimento e non sarà dimostrata la salubrità del cibo sintetico, è necessario mantenere una posizione ispirata alla tutela della salute del consumatore. La strada che anche il governo nazionale italiano ha intrapreso è condivisibile. La petizione di Coldiretti quindi va sostenuta.
Marko Hromis (Pd), nell’esprimere apprezzamento per le tante iniziative di alto livello condotte da Coldiretti sul territorio, ha auspicato che certe tematiche siano affrontate con la debita attenzione visto che in materia si registrano studi indipendenti e investimenti anche da parte di istituzioni pubbliche. C’è chi del resto rimarca il risvolto etico di certi tipi di produzioni. Sarebbe quindi opportuno un maggiore sforzo di approfondimento.
Secondo Gino Puletti (Progetto Perugia), è necessario tutelare ciò che è naturale adottando un modello produttivo all’avanguardia, ma che tenga conto sia della salute dell’uomo sia della salvaguardia dell’ambiente. Sarebbe necessario cambiare il sistema di produzione e consumo, privilegiando, rispetto all’agricoltura intensiva, la produzione territoriale basata su piccole unità per un minore impatto sull’ambiente.
Lorenzo Mattioni (Lega) ha aggiunto che è tempo di fare scelte di campo nette. A suo avviso, siamo di fronte a una svolta epocale e nessuno si può tirare indietro: non si può cedere il passo a un’evoluzione orientata dalla ricerca del profitto e che non dà certezze di salubrità, mentre ciò che viene dalla natura presenta sicuri vantaggi. Mattioni ha quindi espresso pieno appoggio all’iniziativa di Mencaglia e alla petizione di Coldiretti.
Nicola Paciotti (Pd) ha parlato di un atto “utile” in quanto capace di sensibilizzare su tematiche importanti. Ha anche concordato sull’esigenza di recuperare una dimensione locale della produzione. Un ripensamento generale e approfondito dei metodi produttivi e dell’accesso al cibo è necessario soprattutto se si vuole assicurare una tutela alle generazioni future.
Fabrizio Croce (Idee Persone Perugia), a sua volta, ha auspicato un approfondimento ospitando in commissione interventi di carattere scientifico per evitare il più possibile di generalizzare, anche se in linea di principio è giusto difendere la produzione del nostro Paese e l’aspirazione a un cibo sano.
L’assessore Gabriele Giottoli si è soffermato sulla complessità dell’argomento, notando che i temi trattati nell’ordine del giorno hanno risvolti culturali e scientifici; l’argomento del cibo sintetico stimola una riflessione ampia che tenga conto di molteplici punti di vista.
Anche per Elena Ranfa (Pd) Coldiretti sta offrendo la possibilità di affrontare un tema attuale che continuerà a coinvolgere l’azione politica negli anni a venire. La consigliera ha chiesto di ascoltare in commissione altri esperti per maturare una visione quanto più completa.
Proposta a cui si è associata Francesca Tizi (M5s), tenuto anche conto che Perugia è una città universitaria e ci sono dipartimenti che studiano questi temi. La consigliera ha comunque preannunciato un voto favorevole in assenza di ulteriori approfondimenti.
Grasselli ha ripreso la parola chiarendo che quella di Coldiretti è una battaglia tesa a difendere la tradizione del nostro Paese. Non si sostiene che certi alimenti non siano sani, visto che, allo stato, non è provato, ma si chiede di tutelare il rapporto diretto tra chi produce e chi consuma e di considerare il rischio di un abbandono delle campagne, con tutto ciò che comporterebbe.