Nella seduta del 13 febbraio, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità (22 voti favorevoli) l’ordine del giorno presentato dalla consigliera Roberta Ricci del gruppo consiliare Lega finalizzato all’incremento da parte del Comune di Perugia della quota associativa 2023 a favore della “Fondazione Umbria contro l’usura”.
L’atto – come ricordato dalla consigliera Ricci al momento della presentazione in aula – era stato approvato in II commissione all’unanimità (https://perugiacomunica.comune.perugia.it/consiglio-comunica/in-commissione-si-unanime-allaumento-della-quota-del-comune-a-favore-della-fondazione-umbria-contro-lusura/).
Il Comune di Perugia – è stato ricordato – insieme a Provincia e Regione è tra i soci fondatori della Fondazione costituita a Perugia il 30 gennaio 1996 per prestare assistenza, anche legale, alle vittime dell’usura e a coloro che rischiano di finire in questa rete viste le condizioni in cui versano e per promuovere iniziative utili a prevenire il fenomeno e a diffondere la cultura della legalità. Il Comune ha quindi stabilito di erogare annualmente una quota di adesione che dal 2018 è stata di 2mila euro.
In questo particolare momento storico e sociale, legato soprattutto all’emergenza sanitaria degli ultimi tre anni, il lavoro svolto dalla Fondazione – rimarca l’odg – è stato fondamentale per aiutare molte imprese umbre. Il 12 dicembre 2022 la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, e il presidente della Fondazione Umbria per la Prevenzione dell’Usura O.n.l.u.s. – E.T.S., Fausto Cardella, hanno analizzato i nuovi progetti della Fondazione e hanno sottoscritto una convenzione “per il sostegno al percorso di superamento della crisi da sovraindebitamento” finalizzata all’attivazione di un bando “Tutela del sovraindebitato”, per il quale la Regione ha stanziato 40mila euro per ciascuno degli anni 2023, 2024, 2025. Inoltre la Regione, già il più importante sostenitore della Fondazione, ha previsto per il 2023 un incremento di 90mila euro, in aggiunta ai 150mila euro annuali finora erogati, a favore della stessa per sostenere i nuovi progetti a supporto non solo delle imprese o delle attività, ma anche delle famiglie umbre, quale il progetto Caro Bollette attivato nel 2022 con 141 famiglie beneficiarie su tutto il territorio regionale. Con il prestito, senza interessi, attivato ed erogato in tempi brevissimi, sono state aiutate famiglie monoreddito, in cassa integrazione, o famiglie di pensionati.
Il lavoro svolto dalla Fondazione, soprattutto in questi ultimi anni, è stato tale da considerarsi quale strumento di inclusione sociale. La Fondazione e la Regione Umbria hanno chiesto, per il 2023, che tutti i soci fondatori in particolare Comuni, Province e non solo, “facciano la propria parte, unendosi in un lavoro di squadra e mettendo insieme le risorse affinché si sviluppi un effetto moltiplicatore e si possa intervenire in maniera più efficace ed incisiva per contrastare una crisi che sta cominciando ad intaccare, e questo è preoccupante, anche il ceto medio”.
Pertanto, l’atto impegna sindaco e giunta ad implementare la quota associativa, nel rispetto degli equilibri di bilancio, in modo da poter essere di supporto ai progetti della Fondazione e di aiuto alle tantissime famiglie e aziende umbre in difficoltà.
Marko Hromis (Pd), ringraziando la consigliera Ricci e il lavoro fatto in commissione, ha sottolineato che l’odg solleva il tema del supporto economico, ma anche sociale e psicologico, a moltissime famiglie vittime dell’usura o della piaga del sovraindebitamento che, a sua volta, può far precipitare nella rete della criminalità organizzata e del racket. Il consigliere ha poi riferito della sua esperienza nel cda di un ente con finalità simili a quelle della Fondazione umbra. In tal modo è per la prima volta venuto a contatto con le storie drammatiche di soggetti cosiddetti “non bancabili”, cioè senza accesso al credito ordinario. Le attività di sostegno – ha continuato – non sono possibili senza l’esistenza di una rete e di finanziamenti. Per Hromis bisogna intervenire a monte anche attraverso l’educazione alla legalità (a tal proposito ha ricordato uno spettacolo teatrale per bambini e famiglie portato a Perugia nel 2017 allo scopo di veicolare il concetto di budget familiare). Il lavoro da fare è enorme – ha concluso – e va affrontato con tutti gli strumenti in dotazione e anche con nuovi strumenti da immaginare insieme.
Cristiana Casaioli (Progetto Perugia) ha sottolineato che certe problematiche colpiscono non solo le famiglie ma anche le imprese, i cui piani sono sempre più spesso sconvolti dalla difficile situazione economica generale. I piccoli imprenditori, in particolare, tendono a identificarsi con l’attività che svolgono e, quando si trovano precluso l’accesso al credito, possono avere difficoltà a palesare le loro esigenze di liquidità e a chiedere aiuto fino a scegliere di togliersi la vita. Di fronte ai casi di suicidio legati alla crisi per la consigliera va ancor più riconosciuto il prezioso lavoro della Fondazione.
Emanuela Mori (Italia Viva), nel ribadire sostegno all’odg, ha sostenuto che l’usura è un reato odioso, il cappio al collo della criminalità organizzata che si accanisce su famiglie e imprese con l’acqua alla gola. Durante la pandemia è stato il reato che è cresciuto di più. In questo periodo storico è fin troppo facile comprendere quanto imprenditori, professionisti e chi vive di attività rivolte al pubblico abbia bisogno di supporto per tirare avanti. Poi – ha continuato la consigliera – ci sono gli esclusi dal circuito finanziario ordinario, i “non bancabili”, che non sono lontani da noi perché possono essere giovani precari, disoccupati, immigrati, donne, ma anche piccole o medie imprese in difficoltà o in fase di start up. In questo contesto ancor più importante appare l’attività della Fondazione, diventata un importante strumento di inclusione sociale.
Maria Cristina Morbello (Tesei Presidente per l’Umbria) ha affermato che la notevole attività della Fondazione va sostenuta mettendo in campo le migliori risorse. Le conseguenze del lockdown, del caro energia e del caro carburanti rendono sempre più impellente aiutare chi si trova in crisi finanziaria. Una crisi che colpisce sempre più la classe media, inclusi dipendenti pubblici e privati. È sempre più facile scivolare in situazioni di insolvenza che mettono a rischio la propria vita, a partire dalla propria abitazione. Per problemi come la perdita lavoro molti italiani continuano a indebitarsi. Purtroppo, specialmente se si ricorre agli usurai, il pignoramento arriva puntuale. Enti come la Fondazione aiutano dal punto di vista finanziario e psicologico e attraverso una corretta informazione. La legge n. 3/2012, peraltro, può restituire a tanti la dignità e la possibilità di ripartire da zero. Il Comune, dal canto suo, deve quindi dare il massimo contributo.