Il Consiglio comunale ha approvato con 14 favorevoli, 9 contrari e 4 astenuti l’ordine del giorno presentato dai gruppi consiliari Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Idee Persone Perugia, avente ad oggetto: “Sostegno al riconoscimento della libertà, della protezione e dello status di rifugiato politico a Julian Assange”.
L’odg – illustrato dai capigruppo Francesca Tizi (M5s) e Sarah Bistocchi (Pd) – richiama l’attenzione sulla figura di Julian Assange, cittadino australiano, editore, giornalista e sviluppatore informatico, cofondatore della piattaforma Wikileaks, nata con la finalità di rendere pubblici documenti contenenti testimonianze di reati contro la persona, azioni di regimi oppressivi, comportamenti non etici, corruzione, esecuzioni extra giudiziarie, scandali, misure repressive, violazioni di diritti umani etc. coperti da segreto, in totale sicurezza per le fonti e con l’unico obiettivo di rendere più trasparente l’operato dei governi in nome della giustizia, dell’etica e di una democrazia, sempre più partecipata, solida, libera e indipendente.
L’atto ricorda la pubblicazione, nel 2010, di un database contenente centinaia di migliaia di file, per la maggior parte di fonte statunitense, che fornivano informazioni in particolare sulle guerre in Afghanistan e in Iraq. Dal momento della pubblicazione dei file – proseguono i proponenti – su Assange si è abbattuta una campagna diffamatoria globale e un mandato di arresto del tribunale di Stoccolma con l’accusa di stupro (per il quale la procura ha poi archiviato l’indagine motivando “che non sussistono prove contro Julian Assange”) e che culmina con la richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti d’America con le accuse di cospirazione, spionaggio e abusi informatici. Dopo essersi rifugiato nell’Ambasciata Ecuadoregna per oltre 7 anni – continua la ricostruzione fatta dai proponenti – l’11 aprile del 2019 viene arrestato dalla polizia britannica e rinchiuso nel carcere di Belmarsh; il 17 giugno 2022 la ministra degli interni inglese, Priti Patel, ha dato via libera finale all’ordine formale di estradizione negli USA per Julian Assange i cui ricorsi sono stati tutti recentemente respinti.
Gli istanti sottolineano che nei confronti di Assange si sono levate le voci della Federazione nazionale della stampa, del premio nobel per la pace Esquivel, di numerose testate giornalistiche internazionali con cui il giornalista ha collaborato, e che lo stesso Ordine dei giornalisti italiano gli ha conferito la tessera onoraria, mentre personaggi illustri come il presidente Mattarella e Papa Francesco hanno espresso pensieri sul tema della libertà di stampa e di espressione. Infine Amnesty international ha lanciato un appello per proteggere il diritto alla libertà di espressione e per chiedere alle autorità statunitensi di annullare le accuse contro Julian Assange e si sta opponendo con forza all’esecuzione dell’estradizione.
Anche il movimento Perugia per Assange – è stato ricordato – ha messo in campo e realizzato una serie di iniziative di informazione e di sensibilizzazione. Alla luce della richiesta di Onu e Consiglio d’Europa di immediato rilascio di Assange, con l’odg i gruppi proponenti chiedono di impegnare l’Amministrazione:
-a presentare richiesta di liberazione di Julian Assange all’ambasciata del Regno Unito presso la Repubblica Italiana;
-ad attivarsi presso l’Associazione Nazionale Comuni Italiani affinché si faccia promotrice di una mobilitazione nazionale dei Comuni per chiedere al governo italiano di avviare un’azione diplomatica per scongiurare una estradizione di Assange negli Stati Uniti;
-a farsi promotori di una campagna di sensibilizzazione in merito alle condizioni di detenzione di Julian Assange, lesive della dignità umana e inaccettabili nei Paesi democratici, e ad attuare, nei limiti delle competenze dell’ente locale, tutte le iniziative utili affinché vengano garantiti i diritti, le libertà fondamentali e l’incolumità fisica di Julian Assange;
-ad esprimere solidarietà al giornalista Julian Assange, coraggiosa voce d’informazione che sta pagando a prezzo della propria libertà e della propria vita la difesa del diritto d’informazione e del principio di libertà di stampa.
Una volta aperto il dibattito, Alessio Fioroni (FI) ha voluto distinguere diversi aspetti della vicenda di Assange. Dal 2017 non c’è dubbio che il giornalista stia scontando condizioni di detenzione durissime e sia sottoposto a forti limitazioni delle sue libertà: è dunque corretto appellarsi alla tutela dei diritti umani a suo favore. Ciò premesso, il consigliere ha espresso la disponibilità a sostenere solo il terzo punto degli impegni.
Per Nicola Paciotti (Pd) concentrarsi su come si è arrivati al caso Wikileaks sposta l’attenzione dalla questione fondamentale della trasparenza delle istituzioni democratiche, a sua volta connessa con l’esigenza di prevenire degenerazioni anche da parte di tali regimi.
Gino Puletti (Progetto Perugia), parlando a titolo personale e preannunciando un voto negativo, ha espresso perplessità sulla figura di Assange alla luce di alcuni aspetti della sua vita riferiti in aula. Secondo il consigliere, se si tratta di un paladino della trasparenza e della libertà, non avrà problemi a farsi processare in uno Stato democratico.
Secondo Luca Valigi (Lega), invece, la vicenda è di per sé un obbrobrio in quanto una persona libera che ha svolto il suo dovere è stata criminalizzata per aver rivelato notizie secretate. La volontà di tutelare la libertà di informazione e il diritto di manifestare il proprio pensiero, a suo avviso, non può che spingere a condividere la proposta in esame.
Michele Nannarone (FdI), parlando a nome di tutto il suo gruppo, ha espresso una posizione contraria rispetto a quella di Valigi. Secondo il consigliere, le perplessità sollevate da Puletti e Fioroni sono fondate e già emerse in decine di consigli comunali che hanno affrontato lo stesso argomento. Libertà di stampa e diritto di cronaca – ha sottolineato – sono baluardi della democrazia, ma pubblicare notizie comporta anche responsabilità. Tra i limiti posti dal nostro ordinamento, ha ricordato che il nostro codice penale prevede il reato di rivelazione di segreti di Stato. Secondo Nannarone, non si può appoggiare chi ha violato la legge, a prescindere dai fini per cui lo ha fatto.