Il Consiglio comunale di Perugia, in apertura di seduta, ha approvato con i voti a favore della maggioranza e della consigliera Mori ed i voti contrari dell’opposizione la modifica dell’art. 4 Regolamento Comunale per la disciplina dell’armamento del corpo di Polizia Municipale.
Attualmente l’articolo citato dispone che: “L’arma è assegnata in via continuativa a tutti gli addetti al Corpo, in possesso della qualità di Agente di P.S., con il provvedimento del Sindaco comunicato al Prefetto per un periodo di 3 anni ed è soggetto alla revisione annuale da parte del Sindaco stesso. Del provvedimento di assegnazione è fatta menzione nel tesserino personale di riconoscimento dell’addetto che lo stesso è tenuto a portare con sé. Ai fini dell’assegnazione dell’arma ciascun Agente di P.S. è tenuto a presentare la certificazione sanitaria attestante l’idoneità psicofisica al maneggio delle armi secondo le disposizioni di cui al D.M. 28/4/1998”.
I costi per il rilascio della certificazione, a carico del Comune, per la revisione annuale ammonta a circa 5mila euro, pari al corrispettivo del certificato anamnestico rilasciato a ciascun appartenente al Corpo da parte del medico di famiglia. Ogni tre anni l’importo aumenta di 4.600 euro circa per la necessità di effettuare la visita medica presso la Asl competente con spese di ticket sanitario e bollo.
Non c’è previsione normativa, tuttavia, che stabilisca l’obbligo della presentazione annuale del certificato anamnestico, che è invece presupposto per il rilascio della certificazione sanitaria attestante l’idoneità psicofisica al maneggio delle armi.
Il d.lgs. n 104/2018, inoltre, prevede che la licenza di caccia e tiro a volo abbia una validità di 5 anni; per analogia si può estendere tale validità anche al provvedimento sindacale di assegnazione dell’arma agli appartenenti al Corpo di Polizia Municipale.
Quindi, si intende modificare il regolamento nel senso di eliminare il presupposto del certificato anamnestico annuale propedeutico al provvedimento di revisione e modificare la validità del provvedimento di assegnazione dell’arma agli appartenenti al Corpo di Polizia Municipale in 5 anni, analogamente alla validità della licenza di porto di fucile per uso di caccia e di porto d’armi per la difesa personale. Modificando la procedura il risparmio economico per l’ente sarebbe di circa 5mila euro ogni anno e di ulteriori 4.600 euro ogni 5 anni.
Di seguito il nuovo testo proposto dell’art. 4: “L’arma è assegnata in via continuativa a tutti gli addetti al Corpo, in possesso della qualità di Agente di P.S., con il provvedimento del Sindaco comunicato al Prefetto per un periodo di anni 5 ed è soggetto alla revisione annuale da parte del Sindaco stesso. Del provvedimento di assegnazione è fatta menzione nel tesserino personale di riconoscimento dell’addetto che lo stesso è tenuto a portare con sé”.
La consigliera Erika Borghesi (PD) ha espresso perplessità sia per il metodo seguito che nel merito delle modifiche proposte. Sul primo profilo ha sottolineato che solleva dubbi la scelta di demandare alla responsabilità del Consiglio la decisione sulle modifiche in oggetto, trattandosi di materia organizzativa per sua natura attribuita alle competenze della giunta.
Perplessità anche nel merito, sia per ciò che riguarda la durata estesa che per l’eliminazione della necessità del certificato anamnestico con risparmi minimi per l’Ente.
Il segretario generale Francesca Vichi ha preso la parola per spiegare che nel caso di specie si discute di modifiche al regolamento sull’armamento dei vigili e non al regolamento che disciplina l’organizzazione del Corpo. Di talché la competenza è stata correttamente attribuita al Consiglio.
Massimo Pici (Perugia Civica) si è invece detto d’accordo con la proposta evidenziando che è opportuno effettuare un confronto ed un’equiparazione tra gli agenti della polizia locale e quelli delle altre forze dell’ordine, per i quali revisione quinquennale e certificato non sono richiesti. Le garanzie reali in questo ambito, a suo avviso, sono invece fornite dallo svolgimento di esercitazioni nell’utilizzo dell’arma e dal fatto che tutti gli appartenenti ai vari Corpi sono soggetti a valutazioni psicofisiche giornaliere. Tanto è vero che qualunque comportamento anomalo determina un provvedimento di immediata sottrazione dell’arma in dotazione.
Il capogruppo di FdI Michele Nannarone ha detto di non comprendere le critiche mosse da Borghesi anche alla luce dei chiarimenti forniti in commissione dalla Comandante Caponi. L’estensione della durata dell’assegnazione dell’arma è in linea con quanto si applica in altri ambiti e non incide sulla verifica della sussistenza dei requisiti psicofisici che avviene annualmente ed è sottoposta giornalmente a stretti controlli da parte dei responsabili del servizio.
Il consigliere Alessio Fioroni (FI) ha chiesto di poter avere chiarimenti sulle modifiche proposte (certificato anamnestico) e sull’equiparazione del porto d’armi a quello per difesa personale, con conseguente obbligo di adeguata custodia dell’arma h. 24. Inoltre Fioroni ha chiesto di sapere se gli agenti della polizia locale vengano sottoposti a controlli a sorpresa nel corso dell’anno.
L’assessore alla sicurezza Luca Merli, in risposta, ha voluto ribadire che gli agenti seguono un iter di formazione e addestramento eccellente, al pari delle altre forze di polizia, e che comunque la dotazione dell’arma è sottoposta sempre a una revisione annuale da parte del Comando con successivo provvedimento del sindaco nonché ad un controllo pressoché giornaliero sulla sussistenza dei requisiti psico-fisici da parte dei responsabili del servizio. Ciò detto, non essendoci obblighi normativi, il certificato anamnestico appare superfluo. Mantenere in piedi questa procedura – ha proseguito Merli – significherebbe differenziare senza motivo la posizione degli agenti di polizia locale rispetto alle altre forze di polizia in relazione all’uso delle armi, come se non avessero le stesse capacità e procedure di addestramento. Infine Merli, rispondendo a Fioroni, ha riferito che nel corso dell’anno vengono eseguiti controlli a sorpresa sugli agenti di polizia locale per la verifica delle attitudini psico-fisiche necessarie per la detenzione delle armi.