La commissione cultura, presieduta da Elena Ranfa, ha approvato all’unanimità nel corso della seduta del 12 luglio l’odg presentato dal gruppo Partito Democratico” Recupero e valorizzazione dell’antica Abbazia benedettina di Mugnano.
Illustrando l’atto Sarah Bistocchi ha riferito che Mugnano, oltre ai suoi Muri Dipinti, è nota anche per il suo patrimonio storico-artistico più antico. Le origini della comunità di Mugnano, infatti, sono strettamente legate all’insediamento dei monaci benedettini che, fra il IX e il X secolo, vi costruirono un’abbazia. Ricordata in un diploma di Federico I Barbarossa del 1163, che confermava al vescovo perugino i beni della diocesi, l’Abbazia dipese da questi sino alla metà del XIV secolo, quando venne soppressa e data in commenda ai Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, oggi Cavalieri dell’Ordine di Malta. Il monastero fu adattato a residenza del commendatario, e la chiesa abbaziale divenne parrocchiale. Nel 1403 la magistratura di Perugia ordinò di distruggere l’antica Abbazia, compresa nella sua giurisdizione, insieme ad altre fortificazioni del contado, perché rifugio di fuoriusciti. Nel 1580 il commendatore Pier Filippo della Corgna fece ricostruire sui suoi resti una comoda residenza, apportando ulteriori modifiche per le esigenze del momento, tanto che oggi rimane ben poco della struttura originaria.
La chiesa nel 1435 fu riconsacrata in occasione del trasporto delle reliquie di sant’Antimo, poste sotto l’altare della Madonna e poi trasferite presso l’altare maggiore, e poi nel 1797 di nuovo restaurata e riconsacrata, trasferendovi le reliquie dei santi Costanzo ed Emidio. Nel 1891, quando la popolazione di Mugnano era ormai in costante aumento, per il miglioramento delle funzioni sacre si decise di ampliare l’edificio nelle forme attuali.
L’antica Abbazia benedettina, struttura ormai quasi millenaria nel centro di Mugnano, sta letteralmente cadendo in rovina.
L’odg intende quindi impegnare sindaco e giunta ad attivarsi affinché ciò che resta dell’Abbazia benedettina possa essere recuperato e valorizzato, anche in un’ottica di riqualificazione e rilancio del territorio stesso di Mugnano, e a portare avanti una collaborazione con i soggetti proprietari dell’immobile e con i soggetti potenzialmente interessati alla struttura (Ater, Fai) per strappare al degrado e all’incuria l’ex monastero, ormai quasi millenario, e dargli così una nuova destinazione e un nuovo utilizzo, cioè una nuova vita.
L’arch. Daniele Bigi, sulla base di studi specifici effettuati, ha fornito un quadro generale dell’immobile evidenziando che il borgo di Mugnano nacque proprio come satellite della cosiddetta abbazia, poi diventata “magione” dell’ordine gerosolimitano.
Pur non essendo apposto sulla struttura, che oggi è in stato di abbandono, alcun vincolo monumentale, tuttavia l’abbazia ha peculiarità sia interne ed esterne che la rendono fondamentale per Mugnano e per tutto il territorio perugino in generale.
La dott.ssa Eleonora Pampaglini, da cittadina di Mugnano, ha spiegato che l’abbazia benedettina rappresenta un motivo di identità per la frazione perugina. Per questo i residenti si sono mossi più volte negli anni per cercare di favorire il recupero dell’immobile, ma senza riuscirci. Pampaglini ha evidenziato che al senso di appartenenza si accompagna un forte senso di incuria e pericolo: per ciò è necessario trovare un nuovo progetto di vita per questo monumento prezioso che non può essere lasciato nelle condizioni attuali.
Il sig. Claudio Broccoletti ha rivolto un appello al Comune di Perugia affinché fornisca un decisivo sostegno onde convincere l’ordine dei cavalieri di Malta a farsi carico del problema dell’abbazia. Ciò in quanto la struttura rappresenta una parte importante, e non secondaria, del territorio.
Chiudendo il lotto delle audizioni, il sig. Franco Chiatti, in rappresentanza della proloco di Mugnano, ha riferito che dal 1983 in poi l’esperienza dei muri dipinti ha fatto conoscere Mugnano in tutta Italia. Ciò che i numerosi visitatori non riescono a fare, purtroppo, è poter visitare l’abbazia, conosciuta da tutti, ma oggi inaccessibile. Questo rappresenta un problema non solo per la frazione di Mugnano, ma per tutta la regione dell’Umbria tenuto conto del valore storico dell’immobile. Da qui l’appello a lavorare tutti insieme per ottenere un risultato condiviso che vada a beneficio della collettività.
Aprendo il dibattito il capogruppo della Lega Lorenzo Mattioni ha preannunciato un voto convinto a favore dell’atto non solo per il legame identitario tra l’abbazia ed il territorio, ma anche per il modo corretto con cui la questione è stata posta all’attenzione della commissione dai proponenti e dagli ospiti, puntando cioè sulla collaborazione condivisa.
L’auspicio, quindi, è di poter lavorare insieme per sollecitare i proprietari affinché il monumento possa tornare a splendere.
Gino Puletti (Progetto Perugia) ha rappresentato che se vi fosse stato un vincolo monumentale sul bene, ciò avrebbe potuto offrire all’ente proprietario delle opportunità di accedere a fondi ministeriali per la ristrutturazione. In ogni caso, secondo il consigliere, è emerso nella discussione che l’abbazia non ha soltanto un grande valore storico, ma anche fortemente identitario, per Mugnano e l’Italia tutta. E’ infatti noto che gli insediamenti benedettini hanno avuto un ruolo decisivo nella costruzione dello spirito europeo, grazie ai principi della laboriosità, del dialogo e della identità culturale diffusa. Occorre fare di tutto, quindi, per recuperare questa testimonianza di tale attività.
Secondo Francesco Zuccherini (PD) Mugnano è un’eccellenza del nostro territorio e della regione in generale. Come Consiglio comunale, pertanto, è fondamentale operare per contribuire a risolvere il problema del degrado dell’abbazia che rappresenta un bene identitario con sede all’interno del Comune di Perugia, pur se di proprietà di altri.
Come prima azione, urgente, pertanto, il Comune, in ciò sollecitato dal rappresentante locale dell’ordine di Malta, potrà farsi parte attiva con l’invio di una missiva utile per interessare l’ente proprietario della vicenda.