Articolo a cura dei gruppi M5S, PD e IPP
Riceviamo e pubblichiamo:
“Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dello scorso 3 ottobre della mozione urgente proposta da tutti i Gruppi di opposizione per sollecitare Sindaco e Giunta a trovare una soluzione immediata che permetta di far arrivare i fondi necessari ad evitare la chiusura del CAV Catia Doriana Bellini – riferiscono in una nota i gruppi M5S, PD e IPP – da parte del Comune di Perugia ancora tutto tace. Infatti, anche dopo l’approvazione della mozione, il Comune di Perugia continua a ritardare lo stanziamento dei fondi per il Cav. Un comportamento questo – affermano consiglieri di opposizione – che sta addossando sulle operatrici l’onere di offrire un servizio essenziale per la comunità”.
“La mozione della minoranza – continua il comunicato – è stata approvata con l’astensione del centrodestra e ciò appare un atto irrispettoso nei confronti delle tante vittime di violenza”.
“Nonostante, il Centro Antiviolenza eroghi servizi essenziali a donne e minori in pericolo, il rischio è ancora una volta quello dell’interruzione della continuità di erogazione di questo servizio essenziale, ad oggi garantito solamente grazie alla coscienziosa attività di volontariato delle operatrici che stanno continuando a lavorare a pieno ritmo, pur senza stipendio, da ormai più di otto mesi”.
“Garantire la continuità dei Cav, strumenti essenziali di protezione dei più indifesi, strettamente legati ai singoli territori, è un fattore connesso al grado di civiltà di un’intera comunità. Ma al momento in tutta la provincia di Perugia si può contare su un solo Centro Antiviolenza Residenziale e su una Casa Rifugio, che purtroppo non sono in grado, con le risorse che vengono messe loro a disposizione, di ospitare altri nuclei, rispondere alle richieste di nuovi percorsi in accoglienza e ospitalità e garantire la continuità di quelli già attivati”. Concludono dall’opposizione: “Non è possibile essere costretti a tornare su questo tema per l’ennesima volta: l’Assessore Cicchi eroghi i fondi necessari affinché le operatrici possano svolgere adeguatamente il loro prezioso lavoro, e affinché il servizio offerto non subisca tagli o riduzioni. A pagarne il prezzo, al momento, sono le donne vittime di violenze”.