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I commissione, iniziata la discussione sul regolamento del verde urbano

L'atto è stato illustrato dall'assessore all'ambiente del Comune di Perugia, con l'ausilio degli uffici coinvolti nella sua redazione. Prevista una seduta per l'audizione delle associazioni

di Redazione PerugiaComunica
8 Luglio 2022
in Ambiente — Territorio, Consiglio Comunica, Resoconto
Tempo di lettura:6 min.
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Il Consiglio torna a riunirsi in presenza: primo atto la modifica al regolamento per l’assegnazione degli immobili
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La I commissione consiliare permanente Affari istituzionali, presieduta da Michele Nannarone, ha avviato la discussione avente a oggetto la “Preconsiliare n. 4308 del 28/06/2022: Approvazione regolamento del verde urbano”. La seduta odierna, in cui, per la presentazione dell’atto, si sono avvicendati l’assessore all’ambiente del Comune di Perugia, Otello Numerini, il dirigente dell’Unità operativa Ambiente ed energia, Vincenzo Tintori, e il responsabile della posizione organizzativa Gestione del verde pubblico, Roberto Regnicoli, ha avuto una funzione introduttiva. Una seduta successiva sarà infatti dedicata all’audizione di associazioni e ad approfondimenti su specifiche tematiche sollevate dai consiglieri.

Illustrando l’atto, l’assessore Numerini ne ha ricordato i presupposti normativi, a partire dalla legge n. 10/2013 (“Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”). La normativa di riferimento, più in dettaglio, individua tre strumenti di gestione del verde: il regolamento, cioè l’atto di cui il Comune intende dotarsi, il piano del verde (strumento di pianificazione) e il censimento del verde (strumento di conoscenza). In base all’ultimo censimento effettuato, alla data del 31 dicembre 2018, è risultato che nel Comune di Perugia sono presenti 303 aree verdi; per il 2018, inoltre, la superficie di verde urbano a gestione pubblica sul totale della superficie comunale è pari al 2,29%, mentre la superficie di verde pubblico disponibile per abitante è pari a mq 62, in aumento rispetto ai mq 60,20 registrati nel 2014.

“Elaborare anche un regolamento del verde, strumento di cui poche città sono dotate, è un passo avanti importante”, ha affermato Numerini. L’atto proposto, inoltre, è frutto di “un lavoro importante condotto dagli uffici in collaborazione con numerosi soggetti qualificati”.

Per elaborare la bozza, infatti, è stato istituito, presso l’Assessorato ai lavori pubblici, infrastrutture, ambiente e aree verdi, un tavolo tecnico che si è riunito per la prima volta il 28 febbraio 2020. E’ stata in particolare attivata una stretta collaborazione con il Dipartimento di ingegneria civile e ambientale (DICA) dell’Università degli studi di Perugia, con il quale il Comune già collabora nel progetto europeo Life Clivut, che ha permesso di valorizzare i dati raccolti e le analisi compiute proprio nell’ambito di tale progetto. Il Life Clivut, come sottolineato dal dirigente Tintori, prevede proprio l’adozione del regolamento del verde come elemento chiave. Hanno partecipato al tavolo anche il Dipartimento di Agraria, l’Ordine degli agronomi, Afor, Arpa e altri soggetti esperti ed enti del settore.

La bozza del gruppo DICA-Comune di Perugia a partire dal dicembre 2020 è stata sottoposta alle valutazioni dei membri del tavolo tecnico di lavoro e, in base alle osservazioni, si è proceduto a un ulteriore lavoro di affinamento. Il 23 giugno il processo di condivisione del testo regolamentare e dei suoi allegati si è concluso.

Regnicoli ha ricordato gli elementi normativi principali e le linee di indirizzo che hanno ispirato la redazione dell’atto: linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile (Comitato per lo sviluppo del verde pubblico del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare), legge n. 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”; regolamenti del verde di Comuni aventi caratteristiche analoghe a Perugia per dimensioni e caratteristiche geografiche (analizzati circa 30 regolamenti compresi alcuni di Comuni leader); i criteri ambientali minimi (il d.lgs. n. 50/2016 e successive modifiche ne ha reso obbligatoria l’applicazione da parte di tutte le stazioni appaltanti; il CAM del servizio di gestione del verde pubblico e fornitura prodotti per la cura del verde è stato approvato con D.M. n. 63 del 10 marzo 2020), normative specifiche (ad esempio sui fitofarmaci, legge regionale n. 28/2001, regolamento di polizia urbana).

Alla base del regolamento c’è il concetto degli spazi verdi urbani, pubblici e privati, come “risorsa fondamentale per la sostenibilità e la qualità della vita in città”. A fronte dei cambiamenti climatici, un ruolo chiave viene svolto proprio dagli spazi verdi urbani e dalle aree naturali che possono produrre importanti benefici per l’ambiente, per la salute e quindi per la società.

L’oggetto del regolamento è il verde urbano così definito: l’insieme delle componenti vegetali, siano esse pubbliche o private, che concorrono a garantire l’equilibrio ecologico e sono indispensabili a compensare le emissioni di anidride carbonica derivanti dall’attività dell’uomo, a fornire adeguati requisiti ambientali e di salute, a tutelare il paesaggio e la biodiversità.

Sono disciplinati dal regolamento del verde:

1) tutti gli spazi verdi pubblici insistenti sul territorio comunale, così definiti:

  1. a) parchi e giardini urbani;
  2. b) parchi e giardini storici i cui vincoli sono stati individuati dagli enti preposti;
  3. c) alberi singoli, in piccoli gruppi o in filari e parterre alberati;

d)verde a corredo di strade e strutture viarie in genere (spartitraffico, barriere verdi, percorsi su rotaia);

  1. e) percorsi ciclopedonali nel verde, aree cani, aiuole, fioriere, vasi posizionati su suolo pubblico;
  2. f) spazi verdi a corredo di servizi pubblici;
  3. g) aree verdi all’interno dei cimiteri;
  4. h) spazi di proprietà pubblica, con destinazione a verde e a servizi nello strumento urbanistico vigente

affidati in concessione ad associazioni, enti o privati per un utilizzo sociale;

  1. i) spazi verdi affidati a privati e associazioni tramite convenzione di sponsorizzazione o collaborazione;
  2. j) orti urbani;
  3. k) giardini anche a proprietà indivisa;
  4. l) praterie e prati stabili, prati da sfalcio, arbusti e siepi, macchie di vegetazione arborea e arbustiva;
  5. m) sponde di fiumi, canali, fontanili, laghi di cava, zone umide;
  6. n) aree naturalistiche, boschi e foreste, spazi aperti;
  7. o) aree verdi accessorie all’interno degli impianti sportivi;
  8. p) giardini pensili, tetti e pareti verdi;
  9. q) incolti e spazi residuali non edificati (anche temporanei);
  10. r) spazi verdi sovrastanti i parcheggi interrati in diritto di superficie su aree comunali.

2) Gli spazi verdi privati per quanto espressamente previsto nel presente regolamento.

Il regolamento contiene prescrizioni specifiche e indicazioni tecniche e procedurali da rispettare per la corretta identificazione, progettazione, manutenzione, tutela e fruizione del verde in ambito pubblico e privato. Prevede anche un regime sanzionatorio per chi non ai adegua a determinate prescrizioni.

Il regolamento garantisce, in un’ottica di sostenibilità e di miglioramento dei servizi ecosistemici, efficacia funzionale alle singole piante e alle aree verdi pubbliche e private riconoscendone il rilievo ambientale, paesaggistico, storico, culturale, sanitario e ricreativo, anche in riferimento al dettato della legge n. 10/2013.

Le finalità del regolamento, costituito da 7 capitoli e 9 allegati, sono quindi quelle di:

  1. tutelare e valorizzare il verde urbano come elemento di identità del territorio locale e come fattore determinante per la qualità della vita degli abitanti;
  2. b) conoscere, censire e monitorare le sue caratteristiche;
  3. c) considerare il verde come elemento irrinunciabile per il paesaggio urbano nelle scelte urbanistiche;
  4. d) mantenere, curare e incrementare il verde urbano nel rispetto delle specie che caratterizzano il contesto locale siano esse autoctone o naturalizzate.

Si è poi dato spazio alle domande dei consiglieri.

Nannarone (FdI) ha chiesto se non sia opportuno integrare le disposizioni in materia di censimento (art. 6) prevedendo una precisa cadenza per effettuarlo. Secondo Regnicoli, la precisazione sarebbe utile ma di difficile realizzazione. A proposito del censimento del verde, ha specificato che esso consta di più parti: il censimento delle aree verdi e quello del verde arboreo. Riguardo al censimento degli alberi, ha ricordato che, tramite il servizio civile, in passato sono stati censiti i principali viali pubblici (106) e le loro circa 7.800 piante, oltre che 40mila piante nelle aree verdi pubbliche. Si tratta di un censimento di primo livello (che individua, cioè, il numero delle piante, le specie e le zone di localizzazione). Con il Life Clivut, invece, se ne sta svolgendo uno di secondo livello, con georeferenziazione delle piante, descrizione delle caratteristiche e individuazione di “parametri che dovrebbero servire agli organi politici per definire scelte e indirizzi”. Con tale sistema sono state già censite circa 10mila piante. Tramite un progetto finanziato dal Ministero della transizione ecologica per circa 980mila euro e che ha come focus San Marco, sarà invece compiuto un censimento di secondo livello per altre 50mila piante. Da qui, ha sottolineato Regnicoli, discenderà una documentazione importante: la carta del rischio.

La consigliera Cristiana Casaioli (Progetto Perugia) ha chiesto se non sia possibile prevedere sistemi di premialità a favore di privati che contribuiscono alla corretta gestione del verde (per stimolare, ad esempio, a mettere a dimora determinate specie vegetali o a prendersi cura di spazi non utilizzati).

Regnicoli ha chiarito che l’argomento della premialità è stato affrontato nell’ambito del progetto Life Clivut: la misura C4 ha previsto incontri tra amministrazione e soggetti imprenditoriali di diversi settori per individuare strumenti di compensazione delle emissioni climalteranti delle attività economiche. Anche grazie all’interesse manifestato da alcuni operatori, è stata adottata una prima modalità incentivante, sia pure da affinare: le imprese che si impegnano a mettere a dimora piante nei propri terreni, o anche a mettere a disposizione piante per ambiti di proprietà comunale o di altre ditte, vengono inserite nel portale Ambiente del Comune.

Alcuni rilievi generali sono poi stati espressi dalla consigliera Francesca Tizi (M5s), che, anzitutto, si è dichiarata soddisfatta della modalità di lavoro scelta dalla commissione, poiché, a suo avviso, il coinvolgimento delle associazioni va garantito. Tizi ha anzi ricordato come, pochi mesi fa, sia stata presentata una petizione dei cittadini sul tema del verde, in parte accolta e in parte rigettata dal Consiglio comunale; a tal proposito, ha chiesto di riesaminare quel documento nella sua interezza.  Quanto al regolamento sottoposto all’esame della I commissione, la consigliera ha rilevato l’assenza nel testo di riferimenti a organismi di consultazione dei cittadini. Tenuto conto che il Consiglio ha già approvato all’unanimità un odg che prevedeva l’istituzione di una consulta del verde, ha preannunciato un emendamento per introdurre un raccordo rispetto a tale impegno. Ha anche auspicato che le associazioni siano ascoltate davvero affinché la partecipazione non si trasformi in una mera formalità, visto che il tema è molto sentito da tutta la cittadinanza.

L’assessore Numerini ha affermato che la volontà di coinvolgere associazioni e cittadini è pienamente condivisa e che inserire un riferimento alla consulta del verde nel regolamento sarebbe del tutto pertinente.

 

Tags: ambienteassessore all'ambienteregolamento verde urbano
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